avanguardia femminista: fino al 16 maggio a Roma

Donna: Avanguardia femminista negli anni ’70 in mostra a Roma

Dal 19 febbraio al 16 maggio 2010 la Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea – Viale delle Belle Arti 131, Roma – in collaborazione con Sammlung Verbund di Vienna, ci offre una mostra con 200 opere di 17 artiste che negli anni Settanta hanno trattato da pioniere temi come il corpo, l’identità femminile e la differenza uomo-donna. L’evento, curato da Gabriele Schor e Angelandreina Rorro, ci fa conoscere artiste che hanno messo in discussione il proprio ruolo attraverso la ricerca di nuovi linguaggi o, anche, utilizzando riferimenti surrealisti e concettuali. La mostra presenta per la prima volta in Italia una significativa scelta tematica e cronologica tra i molteplici lavori della Sammlung Verbund di Vienna, una collezione costituita a partire dal 2004, che riunisce artisti di fama internazionale dagli anni Settanta ad oggi.

Artiste in mostra: Helena Almeida, Eleanor Antin, Renate Bertlmann, Valie Export, Birgit Jürgenssen, Ketty La Rocca, Suzanne Lacy / Leslie Labowitz, Suzy Lake, Ana Mendieta, Martha Rosler, Cindy Sherman, Annegret Soltau, Hannah Wilke, Martha Wilson, Francesca Woodman,Nil Yalter.

(immagine di Ketty La Rocca)

Ricordando le donne di ponte di ferro

Mentre si tenta di cancellare la Resistenza dai libri di storia siamo contente di segnalare questa iniziativa delle Antifasciste Romane:

7 Aprile 1944 – 7 Aprile 2010

Ricordando le donne del Ponte di ferro

Costruiamo insieme un luogo dedicato ad ogni donna resistente

Il 7 aprile del 1944 morivano, fucilate dai nazisti, dieci donne. Clorinda Falsetti, Italia Ferracci, Esperia Pellegrini, Elvira Ferrante, Eulalia Fiorentino, Elettra Maria Giardini, Concetta Piazza, Assunta Maria Izzi, Arialda Pistolesi, Silvia Loggreolo furono assassinate al Ponte di Ferro perchè insieme ad altri ed altre abitanti dei quartieri limitrofi avevano assaltato un forno. Volevano riprendere per la famiglia quella farina e quel pane che i fascisti negavano alla popolazione straziata dalla guerra, riservandolo ai tedeschi.

I loro corpi lasciati esposti sul luogo dell’eccidio dovevano scoraggiare chi intendeva ribellarsi, Ma il ricordo del loro coraggio è ancora oggi la forza di chi cerca giustizia.

Sullo stesso ponte un monumento , per lo più sconosciuto, mantiene il ricordo di quelle donne. Attraverso la costruzione di un percorso storico, attraverso un continua e rinnovata lettura dei suoi contenuti, e la loro discussione in un racconto collettivo la memoria diviene elemento costitutivo del ragionare il presente e del costruire il futuro

Il 7 aprile del 2010, vogliamo ricordare su quel monumento e su quel ponte il nome di ogni donna che ha resistito e resiste ai tanti soprusi quotidiani di cui sono vittime le donne nel nostro paese e nel mondo. Quella storia di resistenza ci appartiene ancora, non è finita. La resistenza delle donne è diventata pane quotidiano

Ricordare e Resistere sarà parlare delle donne che ogni giorno resistono con i propri corpi, alla violenza fuori e dentro la famiglia, alle guerre, alle privazioni, alla negazione di libertà e delle diverse forme di esistenze, al razzismo e ad ogni intolleranza.

Ricordarle sarà lasciare, su quel monumento e su quel ponte, insieme a quelli delle dieci donne scolpite sulla pietra, il nome di ogni donna resistente

7 aprile 2010 ponte di ferro ore 16

In ricordo delle dieci donne giustiziate dai nazifascisti

In ricordo di ogni donna resistente

Antifasciste romane

ancora per joy

La mobilitazione per Joy continua
Segnaliamo un  articolo sulla sua storia sul n. 10 del settimanale  Carta
Un appello a farsi sentire da noinonsiamocomplici:
Il 12 aprile scadono i 60 giorni affibbiati a Joy il 12 febbraio scorso, con un’udienza di convalida fatta in fretta e furia e senza i suoi avvocati dopo il trasferimento dal carcere di Como al Cie di Modena.
Molto probabilmente, qualche giorno prima della scadenza la questura di Modena chiederà al giudice di pace di firmare il prolungamento della sua detenzione nel Cie per altri 60 giorni. E il giudice di pace firmerà senza battere ciglio, come sempre.
Questi sono gli “automatismi burocratici” che, grazie alle nuove norme introdotte col “pacchetto sicurezza”, rubano fino a sei mesi di vita a donne e uomini migranti rinchiudendole/i in uno dei 13 lager sparsi sul territorio italiano per poi rimpatriarle/i.
Automatismi che ci richiamano alla memoria l’apparato burocratico che tenne in piedi i lager nazisti, quella “banalità del male” che dissimula la ferocia del razzismo istituzionale e dei suoi esecutori – oggi come ieri. Automatismi contro cui si rivoltano, giustamente e sempre più frequentemente, le centinaia di donne e uomini rinchiuse nei lager di stato e quotidianamente sottoposte ad umiliazioni, vessazioni, molestie e violenze.
Joy che, come tante altre donne rinchiuse nei lager per migranti, avrebbe diritto ad un permesso di soggiorno come vittima di tratta, è ingabbiata nel circuito Cie-carcere-Cie dal 26 giugno 2009. Quel giorno, infatti, venne fermata per un controllo mentre andava al supermercato. Sprovvista di documenti, venne trattenuta per tre giorni in caserma e poi portata al Cie milanese di via Corelli, il 29 giugno.

Ad oggi le hanno rubato quasi dieci mesi di vita. Quanti altri gliene vogliono rubare?

Raccontare la storia di Joy come storia paradigmatica significa rendere pubblica la “banalità del male” a cui ci vorrebbero assuefare e contro la quale RIBELLARCI E’ GIUSTO!

Invitiamo le realtà antirazziste a costruire nei propri territori, intorno al 12 aprile, iniziative e mobilitazioni contro i Cie, le deportazioni e le norme liberticide e razziste del pacchetto sicurezza.
Come sempre il blog noinonsiamocomplici è a disposizione di chi nega fattivamente la propria complicità col razzismo istituzionale e i suoi servi. Segnalateci le iniziative a complici@anche.no
Noinonsiamocomplici

la Ru486 e la Santa Alleanza

Le prime parole dei nuovi eletti della Lega alle regionali sono state per le donne (che carini!). L’argomento è la Ru486, finalmente in distribuzione in Italia. In ritardo di anni,rispetto a gran parte dei paesi europei, 22 nel caso della Francia.

I Paesi in cui è attualmente utilizzata sono Austria, Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Lettonia, Norvegia, Paesi Bassi, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria.  L`aborto farmacologico tramite Ru486 prevede l`assunzione di due farmaci: la Ru486 – che interrompe lo sviluppo della gravidanza – in abbinamento a una prostaglandina – che provoca le contrazioni uterine e l`espulsione dei tessuti embrionali. Ogni paese in cui la pillola abortiva è commercializzata ha delle regole e delle scadenze precise: la pillola può infatti essere assunta entro un certo periodo di tempo, calcolato in settimane, che varia da nazione a nazione. In genere tutto si svolge in regime di day hospital (come del resto l’interruzione di gravidanza per aspirazione in Italia)

Le parole di Cota, neogovernatore del Piemonte:“Cerchero’ di tenere in magazzino le pillole abortive arrivate in Piemonte. Essendo a favore della vita faro’ di tutto per contrastare l’impiego della pillola. Per prima cosa chiedo ai direttori generali di bloccare l’impiego della Ru486 attendendo la mia entrata in carica, poi chiedero’ che in tutte le strutture sanitarie piemontesi siano ospitate le associazioni Pro Vita”.

Anche il presidente del Veneto Luca Zaia sceglie la linea dura: “Studieremo il modo per non farla arrivare negli ospedali veneti”.

Più “moderati” gli altri eletti del centrodestra:

Renata Polverini, Lazio: “La somministrazione della Ru486 seguirà lo stesso percorso dell’aborto chirurgico, quindi sarà somministrata in ospedale.”

Per il neo presidente della Regione Campania, Caldoro, la pillola abortiva deve essere prevista “in regime di ricovero”. Stessa posizione quella  del presidente calabrese Scopelliti: “Sono convinto che solo in ospedale possa essere seguito il percorso per l’utilizzo della pillola abortiva. Per il resto sono contrario a qualsiasi altra forma di somministrazione

Prima delle elezioni così erano scesi in campo i vescovi italiani bocciando i candidati  schierati a favore della Ru486, come nel Lazio Emma Bonino e in Piemonte Mercedes Bresso: “La difesa della vita umana, innanzitutto dal delitto incommensurabile dell’aborto anche nella forma di pillola abortiva, è uno dei valori non negoziabili su cui i cattolici devono basare il loro voto politico.”

Tutti in difesa della vita, tutti in difesa dell’embrione e della vita intrauterina. Una Santa Alleanza sul corpo delle donne, che devono pagare fino in fondo la loro autodeterminazione,  la scelta già dura di una interruzione di gravidanza: le colpevoli-le assassine- devono soffrire, con una pillola è troppo facile, non c’è espiazione del peccato! E se si vuol proprio fare  tre giorni in ospedale non ce li toglie nessuno- in Italia, dove ti sbattono fuori dopo tre giorni anche per le peggio operazioni (la salute è un business e i letti costano!). Tre giorni in ospedale in mezzo ad obiettori e ad associazioni per la vita.

Poi invece della vita fuori dall’utero a santa madre chiesa non glie ne importa niente.  Si possono distruggere i campi nomadi, si possono fare le classi differenziali per i bambini degli immigrati e  gli asilinido per soli bimbi di razza padana, riservare i posti in autobus agli italici, si possono bruciare i barboni e rinchiudere uomini e donne nei lager, stuprare le ragazzine in classe (ragazzate!) e mettere a pane e acqua i bambini nelle scuole pubbliche.

Nè glie ne importa dei disoccupati,  dei territori deturpati, delle fabbriche che sputano veleni, della scuola e della sanità che in questo paese stanno diventando di nuovo roba per ricchi.

E tantomeno glie ne importa dei bambini violentati dai suoi preti nelle parrocchie, che quelle cose lì anzi le insabbia e così un tal reverendo Murphy può molestare più di 120 bambini sordomuti e restare impunito. Anzi donne: fate tanti figli e poi mandateli al catechismo, che sennò restano a secco di materia prima…figli per la Patria, figli per la Chiesa.

E afferma Monsignor Fisichella: « Anzitutto credo che dobbiamo prendere atto dell’ affermarsi della Lega, della sua presenza ormai più che ventennale in Parlamento, di un radicamento nel territorio che le permette di sentire più direttamente alcuni problemi presenti nel tessuto sociale. Quanto ai problemi etici, mi pare che manifesti una piena condivisione con il pensiero della Chiesa. »

Vita per gli embrioni  (e ricordiamoci la legge 40). Un programma di morte e di controllo contro donne, omosessuali e immigrati clandestini, come ci spiega il collettivo femminista Rossefuoco

Del resto l’alleanza Vaticano- Fascismo (perchè questo è la Lega: fascismo del più bieco e becero) non è certo una cosa nuova in questo paese. Ricordate Pio XII? Sì, proprio quello che PapaRatz vuol far santo.

nella foto : il Segretario di Stato del Vaticano, Eugenio Pacelli, che nel 1939 diventerà papa col nome di Pio XII, firma il Concordato fra la Germania nazista e la Santa Sede (20 luglio 1933)

Un’altra cosa poi: ma che gli uomini non contribuiscono alla procreazione? che si resta incinte per grazia di dio? mi ricordo un cartello a una manifestazione femminista negli anni ’70. Diceva così:

MASCHI che accusate le donne che hanno abortito di delitto contro la specie

MASCHI che considerate l’aborto un “affare di donne”

MASCHI che lottate per l’aborto libero e gratuito

Mettete in discussione il vostro comportamento sessuale.

Il vostro potere fecondante.

E PER FINIRE  ADERIAMO FIN DA SUBITO ALL’APPELLO DI FEMMINISMOASUD PER IL mestruo day!

feltrinelli e la “letteratura femminile” ovvero: la deriva

Oggi pomeriggio, uscita dal lavoro, sono andata , come faccio spesso, a dare un’occhiata da Feltrinelli (sempre loro, quelli di sinistra, che, è ormai chiaro da molte cose, si sono bevuti il cervello). Girellando in cerca della sezione “poesia” che non era più al suo posto, mi è caduto l’occhio su una libreria: “letteratura femminile”. Mi ricordo che anni addietro esisteva una sezione dedicata alle donne: poetesse donne, inchieste su varie problematiche, teorizzazioni femministe, storie di donne, lotte di donne, denuncia, sessualità femminile……

Le cose sono un pò cambiate (o forse c’era anche prima? boh! ): negli scaffali di “letteratura femminile”  possiamo trovare vere e proprie collane “rosa”, Sveva Casati Modigliani, tutti i libri di Moccia, e poi una serie di nomi a me sconosciuti, ma dai titoli promettenti, eccone qui un piccolo elenco (ho preso una penna e me ne sono segnati un pò su un fogliolino):

Piccole confusioni a letto, Mai dire ormai (questo è per le tardone!), Prima o poi mi innamoro, Falli soffrire,  L’importanza di essere sposate, L’uomo spiegato alle donne, L’uomo giusto per te, Ti amo come l’hanno detto gli uomini famosi, Instant Love, Amori e centrifuga, Ti voglio un kasino di bene, Fragole e champagne, Come sposare il rospo giusto…………e così di seguito.  Vi basta? Chiaramente non poteva mancare “Via col vento”, un classico non può far male alle nostre belle testoline! E c’è anche “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”, chissà perchè,  forse perchè è un libro per ragazzini, e si sa che le donne sono simili ai ragazzini, sempre un pò immature…..

Sulle copertine molto rosa, fiocchettini, cuori rossi, tacchi a spillo (mica siamo delle bacchettone!).

Un salto negli anni ’50 e nella normalizzazione del dopoguerra, un tuffo negli anni ’60 del boom dei fotoromanzi, una deriva nelle pubblicità della brava massaia sexy.

Anche nella sezione “infanzia”, ci sono una serie di scaffali dedicati alle bambine, collane apposite (ma di questo ne ha parlato approfonditamente Loredana Lipperini in “Ancora dalla parte delle bambine”)

NON SO, IO ERO ANDATA A COMPRARE “ETEROTOPIA” DI FAUCAULT. FEMMINA SNATURATA!