tutto questo ci riguarda

Quante volte è capitato di chiedersi perché durante il nazismo e il fascismo la gente facesse finta di non vedere quanto avveniva nelle strade delle proprie città, i rastrellamenti, i soprusi, le violenze e di non sapere ciò che succedeva nei lager?

E allora perché oggi tante, troppe persone, fingono di non vedere quello che succede nelle strade, fingono di non capire gli effetti mortali che il cosiddetto “pacchetto sicurezza” ha sulla vita di migliaia di esseri umani, fingono di non sapere che nelle città in cui viviamo ci sono luoghi che, per come ci si viene rinchiusi/e e per alcune delle violenze che vi vengono esercitate, ricordano i lager nazifascisti.  Tra queste non mancano certo gli stupri e la violenza sulle donne

Questi luoghi si chiamano Cie Centri di identificazione ed espulsione, nuovo nome per i Cpt, Centri di permanenza temporanea, creati nel 1998 con la legge Turco-Napolitano e disseminati su tutto il territorio nazionale. Per esservi rinchiusi basta essere “stranieri” e non possedere un foglio di carta, che si chiama permesso di soggiorno.

Perchè tante, troppe persone fingono di non sapere cosa succede in seguito ai respingimenti in Libia di persone che, spinte dal bisogno, tentano di raggiungere il nostro paese? Respingimenti regolamentati dal protocollo di intesa tra Italia e Libia firmato con Gheddafi prima da Prodi e poi da Berlusconi e ratificato dal Parlamento a febbraio 2009 con il voto favorevole del Pd. Perchè si finge di non sapere che in Libia questi/e migranti saranno trattati come delle bestie, venduti, picchiati, sottoposti a carcerazione, violenze e torture (come ci ha raccontato il documentario “Come un uomo sulla terra”), abbandonati nel deserto a morire sotto il sole come dei cani? guardate qui , come tratta la Libia queste persone.

La « emergenza immigrazione», è stata costruita da lungo tempo a livello politico e mediatico. I migranti sono divenuti per l’opinione pubblica italiana le cause della crisi sociale e delle paure collettive. Questa situazione rientra in quella “tautologia della paura” che individua nello straniero il nemico da cui difendersi, da odiare, quello che minaccia l’ordine apparente delle nostre vite . Per questo usano anche il nostro corpo, il corpo delle donne, agitando campagne antistupro in funzione anti-immigrato, come se la violenza sulle donne fosse una questione di razza e di nazionalità, quando invece si tratta di una questione trasversale e sappiamo bene che la maggior parte delle violenze avviene per mano di mariti, amici, parenti, fidanzati italianissimi.

Con la crisi economica e il disastro sociale che si è scatenato anche in occidente; il razzismo democratico, la bagarre perpetua contro i clandestini, la xenofobia di stato, la mobilitazione locale delle ronde sono divenute la strategia per governare il conflitto che incombe, e cioè il fondamento di un regime autoritario e consensuale.

E allora succede quel che è successo a Rosarno (e anche lì qualcuno ha parlato di difesa delle “nostre donne”).  Quelli che hanno organizzato spedizioni punitive contro la rivolta sacrosanta di gente sottoposta ad uno sfruttamento bestiale, ammassata in edifici abbandonati e baracche fatiscenti e umiliata ogni giorno, ora dopo ora  (gente che, ma guarda un po’, ha avuto perfino l’ardire di ribellarsi a chi “gli da lavoro per beneficenza”!!)  sono gli stessi che da decenni stanno a capo chino davanti al potere criminale dell’intreccio mafie/imprenditoria/politica (il comune di Rosarno è commissariato per infiltrazione mafiosa). Quei poteri a cui ora fa più comodo far lavorare bulgari o romeni.

Il problema lo risolvono  Stato e  polizia,  espellendo dal paese duemila lavoratori neri. Lo fanno per il loro bene, per difenderli. Anche Eichmann, nazista “esperto di questioni ebraiche” affermava di organizzare l’emigrazione forzata degli ebrei per il loro bene, e lo diceva sinceramente convinto. La lettura de “La banalità del male” di Hannah Arendt ha molto a che fare con quello che sta succedendo!

Il Tempo delle Arance”  è stato realizzato da Insu Tv

e questo non accade solo a Rosarno,  non solo per  arance e mandarini, il sistema è lo stesso dappertutto, per l’uva, le olive, i pomodori…..per farvene un idea qui potete trovare un estratto di “Terra (e)strema”,  reportage sulla trasformazione del lavoro agricolo e lo sfruttamento del bracciantato migrante in Sicilia realizzato tra 2008 e 2009 da Enrico Montalbano, Angela Giardina e Ilaria Sposito.