assolto l’ispettore del cie di via corelli

Milano, 2 feb. – E’ stato assolto dall’accusa di violenza sessuale su Joy, donna nigeriana di 28 anni, l’ispettore di polizia Vittorio Addesso, responsabile della sicurezza nel Centro di identificazione e espulsione di via Corelli a Milano. La sentenza è stata emessa dal gup Simone Lueri che ha accolto la richiesta della procura.

I fatti risalgono alal fine di agosto del 2009. “Era la parola di una donna straniera contro un rappresentante dello Stato – commentano gli avvocati di parte civile Eugenio Losco e Mauro Straini – ci chiediamo se tanta attenzione ci sarebbe stata anche a parti invertite. Evidentemente le garanzie valgono solo per i contollori dei lager di Stato”.

Un processo per calunnia attende ora Joy ed Hellen, l’altra ragazza che ha testimoniato contro l’ispettore.

informazioni su noinonsiamo complici

su radio onda rossa i commenti dell’avv. Eugenio Losco e di una compagna attiva contro i Cie.

carceri,cie,opg: tortura

Sappiamo bene che  la situazione dentro le carceri è in costante peggioramento.
Sempre più affollati, soprattutto dopo che negli ultimi anni la legge Bossi Fini sull’immigrazione e quella Fini Giovanardi sulle droghe le hanno riempite ancor più che in precedenza di una umanità di poveracci (nel 1990 in Italia si contavano 36.000 persone detenute, alla fine del marzo 2010 i detenuti sono 67.271).
Violenze che si compiono dentro le mura, basti pensare a quello che è accaduto a Stefano Cucchi,  solo per fare l’esempio più eclatante e conosciuto, ma i casi sono molti, troppi. Suicidi. Bombardamenti di psicofarmaci, mentre invece il sistema sanitario è insufficiente e carente.
Altro che “luogo di recupero”- come lo voleva la riforma penitenziaria del ’75-  il carcere è sempre di più uno spazio di contenimento e di esclusione di persone dalle quali una società impaurita da una devastante campagna per la “sicurezza” chiede di essere protetta: immigrati, tossicodipendenti, poveri, emarginati (intanto i veri ladri,  i veri assassini gozzovigliano alla faccia nostra).
In tutta Europa ci troviamo di fronte al fenomeno di una massiccia ricarcerazione.
Si parla sempre meno di pene alternative al carcere e si parla invece di nuova edilizia penitenziaria (che tra l’altro è anche un grande  affare, fiumi di denaro che girano e finiscono nelle tasche dei soliti pescecani).
Alle persone rinchiuse nei carceri dobbiamo aggiungere gli immigrati rinchiusi dei CIE, senza aver compiuto alcun reato, in condizioni ancora peggiori, con ancora meno garanzie (per  esempio: nei Cie non esiete neanche una magistratura di sorveglianza).
A questo aggiungiamo gli OPG (Ospedali Psichiatrici giudiziari), dove esistono ancora i letti di contenzione, dove non ci sono soldi per i farmaci, dove chi entra con l’etichetta di “socialmente pericoloso” è destinato a marcire senza la certezza della pena e il rispetto dei diritti.
Se il fenomeno dell’ aumento della popolazione carceraria è un fenomeno europeo, che ricalaca il modello statunitense ( dove ci sono più carceri che ospedali), l’Italia come al solito si distingue: nel rapporto  del “Comitato per la prevenzione della tortura e dei trattamenti inumani e degradanti” del Consiglio d’Europa fa la sua solita figura di merda:
Carceri, Cie, Opg: l’inferno in Italia

Percosse da parte delle forze dell’ordine, sovraffollamento delle prigioni, condizioni ignobili di vita negli Ospedali psichiatrici giudiziari: a puntare il dito contro il nostro paese è il «Comitato per la prevenzione della tortura e dei trattamenti inumani o degradanti» del Consiglio d’Europa.

Il Comitato per la prevenzione della tortura e dei trattamenti inumani o degradanti del Consiglio d’Europa ha pubblicato il rapporto relativo alla quinta visita effettuata sul territorio italiano tra il 14 e il 26 settembre 2008. L’Italia fa una pessima figura. Il rapporto riferisce che la delegazione del Comitato ha ricevuto un certo numero di denunce di presunti maltrattamenti fisici e/o di uso eccessivo della forza da parte di agenti della polizia e dei carabinieri e, in minor misura, da parte di agenti della guardia di finanza. Nelle 84 pagine del rapporto, vengono denunciati diversi casi di maltrattamenti subiti sia al momento dell’arresto sia subito dopo il fermo, e anche in carcere. Si tratta di pugni, calci o manganellate, provati anche nel Centro di identificazione e di espulsione di via Corelli a Milano.

Sul fronte delle carceri, il rapporto pone l’accento sul sovraffollamento, sulla questione delle cure mediche e sul trattamento dei detenuti sottoposti al regime di massima sicurezza [il «41-bis»]. Il Comitato ha espresso «la più viva preoccupazione» per il livello di violenza registrato nelle carceri di Brescia-Mombello e di Cagliari-Buoncammino, dove episodi di violenza tra detenuti nel corso del 2008 hanno causato lesioni gravi e, in un caso, la morte di un carcerato. Per tutta risposta le autorità italiane hanno evidenziato che l’amministrazione penitenziaria ha invitato le prigioni di Brescia e di Cagliari a prendere tutte le misure necessarie per impedire la violenza tra detenuti.

Sotto accusa anche l’Ospedale psichiatrico giudiziario Filippo Saporito di Aversa. Secondo il rapporto le condizioni della struttura sono scadenti. La delegazione ha riscontrato che alcuni pazienti erano stati trattenuti nell’Opg più a lungo di quanto non lo richiedessero le loro condizioni, e che altri erano trattenuti nell’ospedale anche oltre lo scadere del termine previsto dall’ordine di internamento. Il rapporto ha denunciato che in alcuni casi i pazienti erano tenuti, al momento della visita del comitato e quindi nel settembre 2008, «legati al letto seminudi, 24 ore su 24 anche per dieci giorni, sdraiati su un materasso con un foro al centro sotto al quale c’è un secchio in cui finiscono gli escrementi». Una situazione definita «incredibile» da Marc Neve, componente del Comitato, e indicata come la più grave nel documento. Nell’ospedale psichiatrico giudiziario i letti di contenzione «non ci sono più dal gennaio 2009 – ha detto all’Ansa Adolfo Ferraro, psichiatra, direttore sanitario della struttura – C’è sicuramente un problema di sovraffollamento, con 300 internati a fronte di una capienza che non dovrebbe superare le 160 unità. C’è una carenza di personale sanitario a fronte di una prevalenza di quello penitenziario, in seguito a quanto previsto dal governo Prodi che ha fatto degli Opg vere e proprie strutture carcerarie. Le persone vivono ammassate l’una all’altra, le presenze sono il doppio di quelle che sarebbero consentite».

Vi segnalo anche  una iniziativa dell’ associazione “Liberarsi” :

L’Associazione LIBERARSI e la Chiesa Valdese di Firenze organizzano

MAI DIRE MAI

DIBATTITO SULL’ABOLIZIONE DELL’ERGASTOLO

presso

Centro Comunitario Valdese, via Manzoni 21 – Firenze

Mercoledì 28 aprile 2010

ore 21.00

Coordina:

Giuseppe Battaglia (Associazione Liberarsi – Ass. Progetto Arcobaleno)

Introduce:

Pawel Gajiewski (Pastore della Chiesa Valdese di Firenze)

Intervengono:

Beniamino Deidda (Procuratore Generale della Toscana)

Nicola Valentino (Autore del libro “L’ergastolo – dall’inizio alla fine” Cooperativa Editoriale Sensibili alle Foglie)

Sandro Margara (Presidente Fondazione Michelucci)

Associazione Liberarsi onlus

via A.Tavanti, 20 – 50134 Firenze – Tel e fax 055 473070