scuola

Io faccio la custode in una scuola materna. 15 settembre riapertura delle scuole. Si riapre con tre maestre su sei in meno , perchè le supplenti le mandano tra una settimana, tanto “sarebbero in compresenza”. Peccato che la compresenza si fa appunto per accogliere bambini di tre anni, piangenti, urlanti, bisognosi di attenzione e rassicurazione.

La scuola elementare annessa alla nostra ha aperto con una sola prima, una prima di 30 bambini, come ai tempi della mi nonna. Mi chiedo come potranno essere realmente seguiti, soprattutto quelli in difficoltà, non i figli dell’avvocato (che sempre più se ne vanno dai preti), ma i figli degli operai, dei precari (come le loro maestre!) dei migranti, che hanno anche spesso problemi di lingua.

Questi sono i primi effetti dei tagli della gelmini

L’altro aspetto sono i posti di lavoro in meno, i precari che perderanno anche quel poco schifoso lavoro che avevano.

L’impressione che mi assale continuamente è quella di un paese allo sfascio.

E poi c’è proprio anche un altro modo di intendere la scuola.

E’ venuta di nuovo l’ora del comando dell’istituzione. La scuola che stanno preparando è una scuola sempre più classista, autoritaria, nozionista, gerarchica, sessista, escludente: cioè fascista.

Sempre più purtroppo mi convinco che non c’è più spazio nelle scuole pubbliche per cercare di cambiare le cose, è una battaglia che ti sfianca e ti distrugge. Eroici quelle/i (me compresa) che ci continuano a provare (anche perchè siamo costrette/i: chi lo lascia un lavoro fisso, oggi come oggi?) La scuola dell’obbligo italiana è stata nel passato un grande laboratorio, in cui sono state costruite e sperimentate cose molto belle, ma ora è sempre più difficile. Come è possibile, dico io, sperimentare qualcosa in una classe di 30 bambini, magari con la maestra unica e il “doposcuola” nel pomeriggio? Tutto quello che era stato fatto di buono si sta logorando giorno dopo giorno, nonostante la passione e il lavoro di tanti bravi insegnanti (che ci sono, come ci sono quelli razzisti e stronzi, del resto).

E perciò è da parecchio tempo che mi viene da pensare che forse è l’ora di cercare di costruire al di fuori di tutto questo, di provare a costruirci da soli/e  ALTRE scuole. Scuole di libertà e responsabilità, non scuole di obbedienza e di prepotenza. Forse un po’ alla volta ne può nascere qualcosa.

In Italia qualcosa sta cominciando a muoversi. Da sei anni c’è la scuola Kiskanu a Verona. Un’altra apre quest’anno a Bologna. Sempre quest’anno inizia la sua strada ad Assisi il “progetto mukti”, per ora con la creazione di un asilo nido. Mia figlia mi ha fatto vedere il documentario “Sotto il Celio azzurro”, su questa bella scuola materna a Roma, una boccata d’aria pura…tra l’altro tanti maestri maschi, a dimostrazione del fatto che gli uomini possono essere  bravissimi nei lavori cosiddetti “femminili”…

altri spezzoni del film su questa scuola li trovate qui.

Certo è difficile, il problema del denaro è un vero problema. Perchè non diventino scuole per privilegiati bisogna trovare i SOLDI: per le strutture, per il materiali, per il reddito di chi ci lavora. Ma forse vale la pena provarci, inventarsi qualcosa…daltronde l’alternativa sono tanti bambini in divisa e un lavoro precario, frustrante e sotto comando per gli insegnanti.