aggiornamenti su Joy e le altre

Aggiornamenti da noi non siamo complici :
16 marzo 2010- Questa mattina Joy è stata trasferita dal Cie di Modena a quello di Ponte Galeria. Sappiamo bene cosa significa questo: che entro un paio di giorni la vogliono espellere.
Pare che proprio ieri a Ponte Galeria sia entrato qualcuno dell’ambasciata nigeriana per fare i riconoscimenti di una decina di nigeriane, azione che prelude sempre all’espulsione a brevissimo termine.
Dunque le voci che giravano riguardo alle pressioni della questura di Milano perché Joy venisse espulsa – nonostante avesse intrapreso un percorso per ottenere l’articolo 18 come vittima di tratta – sono confermate.
Non è bastato alla questura di Milano ‘far sparire’, nella notte fra l’11 e il 12 febbraio, le cinque ragazze dalle carceri in cui erano rinchiuse per riportarle nei Cie. Pur di proteggere Vittorio Addesso, i suoi colleghi sono disposti ad agire nelle maniere più vili.
La storia di Joy ci dimostra come gli apparati repressivi e di controllo dello Stato esigano soprattutto che i ricatti sessuali che ogni donna e trans subisce dentro i Cie rimangano taciuti.
La forza che hanno dimostrato Hellen e Joy fa paura, perché è la forza che smaschera la verità di quello che accade dentro le mura di quei lager per migranti. Gli aguzzini che li controllano stanno facendo di tutto per impedire che questo precedente apra un varco o una breccia in quelle mura.
E che nessuno/a ci venga più a dire che in Italia ci sono leggi contro la violenza sessuale e lo stalking e che è necessario denunciare. Chiunque, da oggi in poi, ancora lo pensa si ricordi bene questo: le forze dell’ordine hanno licenza di stuprare anche grazie alle coperture di cui godono e di un apparato istituzionale connivente.
Ci troverete dappertutto, più che mai inferocite e schifate
dalla vostra miseria e dalla vostra viltà!

NESSUNA PACE PER CHI STUPRA E MOLESTA LE DONNE, TANTO PIU’ SE LO FA FORTE DELLA DIVISA CHE INDOSSA E DELLE CONNIVENZE

Per impedire la deportazione di Joy  presidio mercoledi 17 alle ore 17 sotto le Due Torri a Bologna.

Anche a Milano iniziativa per Joy: mercoledì 17/3/2010 ore 18, volantinaggio in piazzale cadorna davanti alla stazione nord.

donne senza uomini

Al cinema ODEON a Firenze il 9 marzo c’è una giornata dedicata all’artista e regista iraniana Shirin Neshat.

La video-artista incontrerà il pubblico nel pomeriggio e sarà poi presente in sala per l’anteprima del suo film “Donne senza uomini” vincitore del Leone d’Argento alla 66esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

I biglietti saranno disponibili in prevendita alla cassa del cinema da venerdì 5 Marzo

Programma della giornata:

ore 18.00 INGRESSO LIBERO

SHIRIN NESHAT incontra il pubblico

coordina Silvia Lucchesi, direttore Lo schermo dell’arte Film Festival

ore 21.00

Anteprima del film “DONNE SENZA UOMINI” di SHRIN NESHAT con la collaborazione di SHOJA AZARI (Germania, Austria, Francia, 2009, 95′)

alla presenza della regista e dello sceneggiatore Shoja Azari

versione originale con sottotitoli in italiano

Trasposizione (sur)realista e magica del romanzo omonimo di Shahrnush Parsipur, Donne senza uomini segna il debutto alla regia di Shirin Neshat, artista di arte visiva contemporanea, analizza le difficili condizioni sociali all’interno della cultura islamica,con particolare attenzione al ruolo della donna.

Tehran, 1953. Durante il conflitto per emancipare la Persia dalle potenze europee e ottenere la nazionalizzazione della Anglo-Iranian Oil Company, quattro donne di diversa estrazione sociale cercano di sopravvivere ai loro destini tragici e determinati (da padri e fratelli). Munis è una giovane donna con un’appassionata coscienza politica che resiste all’isolamento impostole dal fratello, Faezeh sogna di sposare l’uomo che ama, Fakhiri, sposata senza amore, lascia il marito e riaccende la fiamma di un sentimento trascorso, Zarin è una prostituta abusata dagli uomini di cui non distingue più i volti. A un passo dalla democrazia, sfumata con un golpe militare organizzato dalla CIA, Munis, Faezeh, Fakhiri e Zarin lasceranno la città per la terra, uno spazio prodigioso e bucolico dove dimenticare i soprusi, la sopraffazione, la violenza, il suicidio, lo stupro. Ma fuori dalle mura la Storia avanza, assediandone le vite e le speranze.

famiglia o parapiglia?

Per chi sta a Roma o passa da lì vi segnaliamo  dal blog staideforum questa bella iniziativa al CSOA Forte prenestino:
Ti senti più barbie o gioconda?

Sogni la famiglia o combini il parapiglia?

Hai peli dappertutto o solo sulla lingua?

Vuoi una stanza tutta per te o cerchi il cielo in una stanza?

Venerdì 12 marzo – h20

FAMIGLIA <-> PARAPIGLIA

Ci dicono che è tempo di essere madri

e che di famiglia vera ce n’è una

sola. Tu? Sei per la famiglia o vivi il parapiglia?

A stai de forum parliamo di: desiderio di genitorialità, childfreedom,

cohousing, genitorialità diffusa, famiglie parapigliose…

Con reading/performance/proiezioni

A seguire gioca a

“Indovina lo STEREOtipo!”

DjSet Pin*Klò – VjSet

+ OroscoPop + Degustazione 4RUM

a INTHERFERENZE [sala da tè]

csoa FORTE PRENESTINO

via Federico Delpino Centocelle – Roma

sciopero della fame nel cie di via corelli

Riportiamo da Noi non siamo complici l’appello dei detenuti del CIE di Via Corelli di Milano, che dal 3 marzo sono in sciopero della fame. partecipano tutte le sezioni: femminile,  maschile e trans.

Siamo stanchi di non vivere bene. Viviamo come topi. La roba da mangiare fa schifo.

Viviamo come carcerati ma non siamo detenuti.

I tempi di detenzione sono extra lunghi perché 6 mesi peridentificare una persona sono troppi.

Siamo vittime della Bossi Fini.

C’è gente che ha fatto una vita in Italia e che ha figli qua, gente che ha fatto lascuola qui e che è cresciuta qui.

Non è giusto. Non siamo delinquenti.

L’80 per cento di noi ha lavorato anni per la società italiana e si è fatta il culo.

I veri criminali non ci sono qui. Una settimana fa uno di noi ha cercato di suicidarsi.

Poi sono arrivati i poliziotti coi manganelli per picchiarci come criminali o animali.

Siamo stanchi di questa vita. Vogliamo essere liberi come dei gabbiani e volare.

Però sei mesi sono troppi per un’identificazione, qui è peggio, peggio della galera.

La gente uscita dal carcere viene riportata qui altri sei mesi dopo che ha pagato la sua pena, non è giusto.

La gente che ha avuto asilo politico dalla Svizzera o da altri stati in Europa e del mondo qui in Italia non li accettano, non è giusto.

I motivi dello sciopero è che i tempi sono troppo lunghi e abbiamo paura perché due di noi sono morti dopo che sono stati espulsi altri sono pazzi e noi non sappiamo cosa fanno loro dopo l’espulsione, e per andare ti fanno le punture e diventi pazzo, alcuni muoiono.

Entrando qui eravamo tutti sani e poi usciamo che siamo pazzi. Inoltre rimarremo in sciopero fino a che non fanno qualcosa per quelli arrestati di Torino che hanno fatto tante cose per noi e che ora son in carcere.

Come scrive Dante il grande poeta “Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare”.

Anche nei centri di Ponte Galeria, Bologna e Torino i detenuti si stanno organizzando per iniziare a loro volta lo sciopero.

Altre notizie si possono leggere e ascoltare su radio ondarossa e su macerie