la fica e’ bella, e’ nostra, e non ce la facciamo conciare da nessuno

A me la mia FICA piace parecchio, ho un buon rapporto con lei, se ben ascoltata è per me fonte di grandi soddisfazioni.

E’ una parte del mio corpo, che è fatto di molte altre cose: di occhi che vedono, di piedi che camminano, di un cervello che pensa, di mani che sanno costruire ed accarezzare, e così via……e col tempo ho imparato ad amare ogni parte del mio corpo, FICA compresa.

Perciò sia ben chiaro che non ho nessun problema a vederla rappresentata in tutta la sua bellezza e in tutte le sue varietà. Non ho problemi di buon costume e non son una timorata di dio che vuol mettere le mutande ai monumenti.

Ma l’importante è il contesto. Se, come ha fatto Oliviero Toscani, si fa un calendario pieno di fiche (gennaio, febbraio,  marzo ecc.) per pubblicizzare la “vera pelle italiana conciata al vegetale” la questione è diversa.

La FICA è bella, è nostra, ma non ce la facciamo conciare da nessuno. Neanche da Oliviero Toscani e dalle sue “provocazioni”.

Devono semplicemente smetterla di usare le nostre fiche e i nostri corpi per vendere qualsiasi merce. Figuriamoci la pelle conciata. Dico io, ma perchè una volta tanto non scomodano il loro cazzo, quello loro personale? Magari per vendere salamini da affettare? E dire che ci hanno asfissiato per anni a convincerci che abbiamo l’invidia del pene. E invece non sanno far altro che parlare di fica.

Infatti per presentare il calendario fanno anche un dibattito: “sulla Forza della Natura, incontro sulla Femmina”. Son lì a parlare di Femmina (io sono abituata a parlare di donne, neanche della Donna, pensa un pò…) in sette: 6  uomini (tra cui Sgarbi, famoso esperto di fica) e Marina Ripa di Meana (in rappresentanza di tutte le donne italiane!).

Di cosa poi si parli in questo dibattito non è ben chiaro. La cosa è parecchio nebulosa.

Perciò chi è  di Firenze potrebbe andare a sentire, e magari anche a farsi sentire…l’appuntamento è  giovedì 13 gennaio, alle ore 18 nello spazio Alcatraz della Stazione Leopolda, via Fratelli Rosselli 5 (Firenze).

Insomma, caro Toscani, della nostra FICA sappiamo parlare benissimo da sole. E  se vuoi fare l’intellettuale e sproloquiare di organi sessuali comincia parlando del tuo, e magari anche di tutto quello che ci sta intorno, che è sempre meglio partire da quello che si conosce, e  impara  dagli uomini che hanno iniziato a farlo seriamente, o impara da uomini capaci di parlare di donne- di donne reali- insieme a loro e di rappresentarle in altro modo , come questo per esempio:

E senza bisogno di vendere niente.

we want sex

Il film “We want sex” di Nigel Core racconta una storia di fabbrica, di donne lavoratrici..

E’ il 1968, le 187 operaie della fabbrica della Ford di Dagenham, Essex, lavorano in un vecchio capannone, isolato rispetto al resto della fabbrica,l’ ambiente è fatiscente, piove dentro, fa un caldo boia. Le donne cuciono i rivestimenti interni delle auto.  Sono pagate come operaie non qualificate, e soprattutto sono pagate molto meno dei loro colleghi maschi.

Ma le donne della fabbrica Ford ne hanno abbastanza e decidono di scioperare per avere lo stesso salario degli uomini. Sarà uno sciopero lungo e duro.

La lotta coinvolge anche la loro vita personale di donne, che si trasforma e cambia, perchè sempre nella partecipazione all’agire collettivo i rapporti e i ruoli consolidati vanno a gambe all’aria, si sovvertono e gli orizzonti diventano più ampi.

Dovranno affrontare non solo lo scontro con la dirigenza Ford, ma anche l’opposizione di dirigenti sindacali sottomessi e maneggioni, i mariti che si stancano delle loro assenze, l’ostilità degli altri operai, i maschi, perché fermando la produzione mettono a rischio anche i loro stipendi.

Ma loro continueranno a oltranza, fino a bloccare tutta la fabbrica, fino al conseguimento del risultato. Grazie alla loro dura lotta nel 1970 verrà varata in Inghilterra la equality pay act, la legge che sancisce il diritto all’uguaglianza salariale tra uomini e donne.

Una commedia divertente e brillante che racconta una bella  storia di lotta e di solidarietà.

 

Joyce Lussu Salvadori

Joyce Lussu Salvadori (1912-1988)

E’ stata partigiana, traduttrice, storica, letterata, attivista politica e poetessa. Testimone eccezionale dei maggiori eventi del Novecento, dedica l’intensa sua vita alla lotta, unendo con rara maestria un instancabile lavoro d’azione ad una raffinata ricerca teorica. Nella vita fa di tutto: l’istitutrice a Bengasi, il servizio militare in Inghilterra, la clandestina in Francia, l’insegnante e la guerrigliera. Attraversa luoghi lontanissimi, conosce e traduce personaggi storici come Mao, Ho Chi Minh, Castro, Mandela, Hikmet, Neto. In vecchiaia non cessa di scrivere e si ritira nella sua tenuta marchigiana, una sorta di casa della pace, insegnando un nuovo metodo di didattica della storia nelle scuole.

Nel suo libro uscito negli anni ’70 ” Padre padrone padreterno.Breve storia di schiave e matrone, villane e castellane, streghe e mercantesse, proletarie e padrone” Joyce Lussu traccia una contro-storia delle donne dall’età romana al Novecento inquadrando i temi fondamentali della condizione femminile nel percorso dello scontro di classe in Occidente. Il libro è stato ripubblicato nel 2009 da Gwynplaine.  “E’ una storia di persone e di minoranze…una contro-storia della ricchezza delle alterità”  scrive Chiara Cretella nell’introduzione.

“Essere donna, l’ho sempre considerato un fatto positivo, un vantaggio, una sfida gioiosa e aggressiva. Qualcuno dice che le donne sono inferiori agli uomini, che non posono fare questo e quello? Ah sì? Vi faccio vedere io! Che cosa c’è da invidiare agli uomini? Tutto quello che fanno lo posso fare anch’io. E in più, so fare anche un figlio.”


Feminist Improvising Group

Il Feminist Improvising Group (Gruppo Femminista d’Improvvisazione) è stato un gruppo inglese di jazz d’avanguardia / avant rock nato a Londra nel 1977.  E’ stato il primo gruppo di improvvisazione “women-only” appartenente a una scena fino ad allora completamente maschiocentrica […]

da wikipedia en:

http://en.wikipedia.org/wiki/Feminist_Improvising_Group