gulabi gang (pink gang)

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Nell’India in cui le donne vengono massacrate in ogni modo possibile c’è chi ha smesso di aspettare gli “aiuti umanitari” e ha pensato bene di iniziare a difendersi con le bastonate.
Si chiamano Pink Gang e sono numerose. Agiscono nello stato di Uttar Pradesh, nel nord dell’India. Hanno scelto il rosa come simbolo della loro lotta e possono contare tra di loro centinaia di militanti.
Sono armate di lathi – bastoni tradizionali – che servono a picchiare gli uomini che sono stati violenti con le loro mogli e anche a pestare i poliziotti che hanno rifiutato di registrare denunciare lo stupro.

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Louise Michel

titolo originale immagine: Louise Michel and Lucy Parsons
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1830/1905
Nasce da una relazione tra una domestica e un castellano a Vroncourt, in Francia.
Quando il padre e la moglie di lui muoiono Louise ha 20 anni e viene allontanata da casa.
Studia da istitutrice, ma si rifiuta di dichiarare fedeltà all’impero e crea una scuola libera, dove insegna 3 anni. Si trasferisce poi a Parigi, dove collabora con giornali di opposizione e svolge una discreta attività letteraria.

Entra in contatto con diversi gruppi che si battono per i diritti delle donne, tra questi la Lega delle Donne, un gruppo che rivendica la stessa educazione e le stesso salario per uomini e donne .

Insegna in una scuola fondata da lei in una Parigi affamata, creando una mensa per i suoi allievi.
Fa parte della Comune di Parigi e sulle barricate di Clignancourt, nel gennaio del 1871, partecipa ad una battaglia di strada, durante la quale sparerà per la prima volta nella sua vita. Si consegna al nemico per far liberare la madre arrestata al suo posto. Assiste così alle esecuzioni e vede morire tutti i suoi amici. Trascorre venti mesi in carcere e durante il processo pronuncia queste parole:
“Non voglio difendermi e non voglio essere difesa, appartengo completamente alla rivoluzione sociale e mi dichiaro responsabile delle mie azioni[…..]Bisogna escludermi dalla società, siete stati incaricati di farlo, bene! L’accusa ha ragione. Sembra che ogni cuore che batte per la libertà abbia solo il diritto ad un pezzo di piombo, ebbene pretendo la mia parte!”

Viene condannata alla deportazione e imbarcata sulla Virginia per essere condotta in Nuova Caledonia, dove arriva dopo quattro mesi di traversata. A bordo fece la conoscenza di Henri , Rochefort, polemista e di Nathalie lemel, anche lei grande animatrice della Comune. E’ senza dubbio con la conoscenza di quest’ultima che Louise diviene anarchica.

Resta per dieci anni in Nuova Caledonia, rifiutando i benefici di un altro regime. Cerca di conoscere gli autoctoni kanaks e contrariamente a certi Comunardi che si associano per reprimerli, lei prende le loro difese durante la loro rivolta nel 1878. Fa amicizia con i Canachi, conosce Daoumi, che vuole “apprendere quello che sanno i bianchi” lei risponde di voler apprendere quello che sanno i Canachi. Ottiene, l’anno seguente, di installarsi a Nouméa e di riprendere il suo mestiere di insegnante, dapprima per i figli maschi dei deportati, poi nelle scuole delle bambine.

L’11 luglio 1880 arriva l’amnistia. Louise ritorna in Francia il 9 novembre e alla stazione di Saint Lazàre accolta da migliaia di persone. Qui continua la sua attività politica fino alla morte, avvenuta a Marsiglia per una congestione polmonare.

“Vogliamo che le donne imparino quali siano i loro diritti e quali i loro compiti, vogliamo che l’uomo non consideri la sua compagna come schiava ma come uguale a lui.”
“Non ho voluto essere razione di carne per l’uomo né dare schiavi ai Cesari”
“Ovunque l’uomo soffre nella società maledetta, ma nessun dolore è paragonabile a quello della donna.”

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Kostantina Kuneva

titolo originale immagine: KONSTANTINA KUNEVA

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Kostantina è una bulgara di 44 anni, laureata in Storia, arrivata in Grecia sette anni fa. Trova lavoro come addetta alle pulizie in una ditta che affitta in subappalto il lavoro dei suoi dipendenti a imprese pubbliche, e inizia a denunciarne i soprusi, che vanno dalla firma di contratti “in bianco” alle ore non dichiarate.

Kostantina lavora alacremente e riesce a riunire ben 1700 donne che sono nella sua condizione nel PECOP, l’Unione panattica del personale di pulizia e domestico.

La sua opera politica firma la sua condanna. Il 23 dicembre 2008 un gruppo di sconosciuti l’ha attesa sotto casa e le ha gettato del vetriolo sul viso e sul corpo, oltre a farle bere dell’acido, per tapparle la bocca per sempre.
Kostantina però non muore. E’ stata resa quasi cieca, il viso e il corpo sono stati devastati e gli organi interni bruciati dall’acido. Le sue cure sono pagate da una colletta internazionale, ma non dallo Stato greco, poiché Kostantina non ha diritto all’assistenza sociale.

Con enorme dignità Kostantina ha rifiutato il seggio al Parlamento europeo (offertole da due partiti dell’opposizione, il PASOK e la sinistra riformista) con la motivazione che i politici si sono ricordati di lei (e di quelle/i come lei) soltanto ora che lotta tra la vita e la morte.

Dopo l’attentato alla sua vita le militanti del sindacato hanno occupato gli uffici amministrativi delle ferrovie elleniche ed hanno ottenuto nuovi contratti e l’assunzione a tempo indeterminato.

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transito amaguana

titolo originale immagine: Tránsito Amaguaña
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TRANSITO AMAGUANA 1909/2009

Ecuadoriana del cantone del Cayambe, figlia di braccianti agricoli, fu testimone dello sfruttamento degli indios Husipungeros e crescendo dedicò la sua vita alla lotta e alla difesa per i diritti del popolo indigeno.
Una volta ottenuto il primo codice del lavoro e le leggi delle comunità  indigene, fondò nel 1994 assieme ad altri la federazione ecuadoriana degli indios.
E’ riuscita inoltre di propria iniziativa a creare varie scuole campesine nella regione del Cayamb.

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emma goldman

titolo originale immagine: Emma Goldman 1911
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Emma Goldman:

Emma Goldman nasce nella provincia russa di Kovno (ora Kaunas, Lituania) il 27 giugno 1869. A soli 16 anni emigra con la sorella maggiore, Helena, negli Stati Uniti. L’impatto con la “terra promessa” la delude profondamente. Riesce a trovare rapidamente un lavoro in fabbrica (più di dieci ore al giorno per poco più di due dollari) e si sposa con un ragazzo russo con cui fin dall’inizio la relazione si trascina senza nessuna passione.

 

Dopo poco il suo arrivo negli USA assiste a un evento che la colpisce profondamente e che la convince definitivamente a cambiare in modo radicale la sua vita: l’esecuzione a Chicago di alcuni anarchici sulla base di false accuse, solo in quanto lavoratori che stavano lottando per rivendicare la giornata di otto ore. Questo evento commuove profondamente Emma, tanto che decide dedicarsi totalmente a la causa anarchica.

 

A vent’anni si trasferisce sola a New York: totalmente autodidatta, appena separata dal marito e con in tasca solamente cinque dollari e una macchina da cucire per potersi guadagnare da vivere.

Da lí in poi Emma Goldman, soprannominata Emma la Rossa, diventa il pericolo numero uno degli Stati Uniti. Viene messa in carcere numerosissime volte tanto che, ogni volta che parla in qualche meeting, si porta dietro un libro per poter passare il tempo nel caso di essere imprigionata.

Dagli Stati Uniti, nel 1920, va in Russia, per vedere i frutti della rivoluzione nella sua “madre patria”. Quello che trova è ben diverso da quello che si era aspettata: la dirigenza bolscevica usa la mano di ferro con le masse lavoratrici. Decide di andarsene dopo appena un anno. Dalla Russia viaggia per tutta Europa, per il Canada, per gli Stati Uniti, in un movimento perpetuo e una continua attività.

Dopo la morte nel 1936 del suo grande amico di tutta una vita, Alexander Berkman, e l’arrivo degli acciacchi della vecchiaia, le sue energie sembrano esaurirsi, fino a che una nuova passione la spinge di nuovo all’azione: la rivoluzione libertaria spagnola. Un anno dopo la sconfitta spagnola, nel 1940, Emma Goldman muore a Toronto.

Emma Goldman vive la sua vita pienamente, anche se in condizioni economiche sempre al limite della sopravvivenza. Il suo ideale di libertà la rende un personaggio scomodo, tanto nella vita pubblica come nella vita privata. Le sue posizioni politiche risultano sempre sovversive, a volte per gli stessi compagni di lotta, e la sue relazioni di coppia vengono costantemente messe in discussione dalle sue profonde riflessioni sulla situazione delle donne e sul “libero amore”. La coerenza con se stessa, la libertà e l’autonomia del pensiero e dell’azione costituiscono i pilastri fondamentali della sua intera esistenza.

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