Udienza preliminare per Vittorio Addesso, giovedì 2 dicembre Milano

Giovedì 2 dicembre alle 12 si terrà presso il tribunale di Milano l’udienza preliminare di Vittorio Addesso per violenza sessuale ai danni di Joy, donna nigeriana che ha avuto il coraggio di denunciarlo.

Da noi non siamo complici il documento che le compagne di diverse città hanno preparato insieme, l’invito è a una settimana di mobilitazione contro i CIE  dal 25 novembre e a partecipare al presidio sotto il tribunale il 2 dicembre a Milano:

Dalla parte di chi si ribella. Sempre!

Dopo qualche mese dall’uscita di Joy dal circuito Cie-carcere-Cie, ci siamo incontrate all’interno dell’appuntamento nazionale di Torino contro i Cie e le espulsioni (21-24 ottobre) per confrontarci tra compagne provenienti da varie città sul proseguimento della lotta contro i lager della democrazia.

L’imminente scadenza del 2 dicembre, giorno fissato per l’udienza preliminare dell’ispettore capo di polizia Vittorio Addesso (alle ore 12), ci ha trovate ancora una volta unanimi nel rifiutarci di delegare allo Stato e ai suoi tribunali l’accertamento di una verità che già da un anno andiamo ribadendo: nei Cie la polizia stupra. Una verità che è emersa non appena la legge Turco-Napolitano ha creato i Cpt, nel 1998.

La quotidianità di ricatti sessuali e stupri contro le donne immigrate da parte di uomini in divisa dentro e fuori i lager della democrazia è, per noi, un dato di fatto. Come è un dato di fatto il sistema di connivenze che garantisce a questi aguzzini la licenza di fare ciò che vogliono dei corpi di uomini e donne reclusi nei Cie e in ogni altra istituzione totale.

I Vittorio Addesso possono esistere perché ci sono magistrati che denunciano le donne che, come Joy ed Hellen, hanno il coraggio di rompere il silenzio. Ricordiamo, infatti, che Antonella Lai, in qualità di giudice del processo contro le/i rivoltose/i di Corelli, in sentenza ha disposto la trasmissione degli atti alla procura per il reato di calunnia contro le due ragazze nigeriane.

I Vittorio Addesso possono esistere perché ci sono quelli che, come Massimo Chiodini, responsabile della Croce Rossa nel lager di Corelli, pur di garantirsi lauti profitti sono disposti a testimoniare il falso e a coprire gli abusi. Ma d’altronde che aspettarsi da chi ha scelto di ingrassare il proprio portafogli lavorando per gli enti gestori dei Cie? Che si chiami Croce Rossa o Lega Coop per noi non fa alcuna differenza, e ci fa lo stesso schifo.

I Vittorio Addesso possono esistere perché sanno che questori come Vincenzo Indolfi – ex questore di Milano, recentemente promosso a prefetto con funzione di ispettore generale di amministrazione del consiglio dei ministri – e ministri come Roberto Maroni faranno di tutto per espellere quell’immigrata che osi denunciare un poliziotto per violenza sessuale nel Cie.

Le continue ribellioni e fughe dai lager della democrazia dimostrano una sola cosa: i Cie vanno chiusi senza se e senza ma. Di quei luoghi non possono che rimanere macerie, per ricordare che per creare tali abominii non c’è bisogno di un regime nazista ma è sufficiente la logica disumanizzante dello sfruttamento di donne e uomini.

Non intendiamo essere complici di uno Stato che, dopo aver fatto di tutto per chiudere la bocca ad una donna che ha avuto il coraggio di ribellarsi contro il suo aguzzino, ancora una volta utilizzerà la logica ipocrita delle “mele marce” per farsi garante della giustizia.

Marcio, per noi, è tutto il sistema: chi costruisce i Cie, chi li gestisce, chi deporta donne e uomini immigrati e rom, chi discrimina a colpi di leggi, chi sfrutta lavoratori e lavoratrici, chi fa della sicurezza un’arma di comando e controllo, chi usa gli stupri per criminalizzare in base al passaporto e tace sulle violenze quotidiane che avvengono nella “sacra famiglia”, chi condanna le donne che reagiscono, senza delegare, a vessazioni e violenze.

Siamo dalla parte di chi si ribella, perché anche noi ci ribelliamo quotidianamente. Non ci interessano i rituali e le ipocrisie di chi si dichiara contro la violenza sulle donne e poi distingue o strumentalizza in base alle proprie convenienze.

Il 25 novembre 2009, quando ci siamo mobilitate contro i Cie in diverse città in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, a Milano la polizia caricò con violenza e ripetutamente il presidio in piazzale Cadorna perché uno degli striscioni esposti diceva a chiare lettere che “Nei centri di detenzione per immigrati la polizia stupra”.

Quelle cariche avevano, da parte della questura milanese, il chiaro obiettivo di stroncare sul nascere lo smascheramento di connivenze e coperture sulle violenze sessuali nei Cie. Di molestie e stupri nei Cie non si doveva parlare, perché questo avrebbe aperto un varco nella cloaca del dispositivo. Ma il poliziesco atto di forza in piazzale Cadorna si palesò immediatamente per quanto era in realtà: un grande atto di debolezza e paura nei confronti di pratiche ed enunciati che andavano formandosi.

Nei mesi successivi intimidazioni e denunce si sono susseguite nei vari territori contro chi andava ribadendo la realtà della violenza quotidiana nei lager della democrazia, in particolare contro le donne immigrate. Tutto questo non ci ha fatte arretrare di un passo!

Ad un anno di distanza proponiamo che il prossimo 25 novembre sia l’inizio di una settimana di lotta contro i Cie come luoghi di sopruso ed abominio, dove la violenza di genere è pratica quotidiana, una lotta che ciascuna realtà declinerà come vuole nel territorio in cui agisce per poi convergere a Milano il 2 dicembre in un presidio sotto al tribunale, consapevoli di non essere lì per sostenere una “vittima”, ma una donna che si è ribellata alla violenza di un uomo – di un uomo in divisa. E non sarà che un nuovo inizio…

Tutte quelle che non intendono essere complici

sud chiama nord: appello per una manifestazione delle donne a milano

Nata dalla discussione sulla mailinglist di femminismoasud ecco la proposta di una manifestazione contro la violenza sulle donne a Milano. Appuntamento indicativamente per la fine di novembre. Noi donnole siamo pochine  ma andremo:  la manifestazione è ANTISESSISTA, ANTIRAZZISTA, ANTIFASCISTA, proprio come piace a noi.

Di seguito l’appello:

Brutti venti spirano da nord. La maggior parte delle donne uccise da uomini, mariti/padri/fidanzati/figli/fratelli/ex, è stata ammazzata nel nord italia.

Siamo convinte che dal nord arrivi un rigurgito di autoritarismo che colpisce e discrimina tutte le fasce deboli. Dal nord arriva una cultura che legittima l’egoismo, la guerra tra poveri, la guerra tra sessi, l’intolleranza, l’omofobia, la lesbofobia, la transfobia, la repressione contro ogni forma di dissenso.

Dal nord arriva il rigurgito del sessismo più violento, per bocca di quotidiani che non lesinano campagne sgradevoli contro le donne, di politici che non risparmiano alle donne nessun insulto, di opinionisti che considerano le donne addirittura una razza nemica, di movimenti neomaschilisti che fanno guerra alle donne, giustificano uomini violenti, diffondono cultura di violenza per mantenere e ripristinare privilegi per la categoria.

Dal nord arrivano culture conservatrici e reazionarie che evocano un periodo vissuto al tempo di Mussolini durante il quale le donne dovevano solo fare figli, piacere, obbedire, essere fedeli alla patria, al marito e a dio.

Dal nord arrivano le proposte più gravi che minano il diritto di famiglia, la libertà di scelta delle donne che nel frattempo continuano ad essere però usate a scopo di intrattenimento e in pose sessiste per promuovere ogni genere di prodotto.

Dal nord arrivano gli atti più concreti che stanno smantellando uno ad uno ogni diritto acquisito per le donne, ogni struttura di riferimento, non ultimi i consultori e i centri antiviolenza.

Noi del sud abbiamo già vissuto numerose colonizzazioni culturali e non possiamo subire anche questa senza almeno provare a resistere sullo stesso terreno.

Perciò proponiamo una manifestazione contro la violenza maschile sulle donne, che si esprime in ogni forma, sia essa fisica, psicologica, istituzionale, economica, per la fine di novembre da svolgersi a Milano.

Le donne, femministe e lesbiche del sud vogliono prendere il traghetto, percorrere il “continente” e arrivare da “terrone” nella città simbolo dei contesti più culturalmente arretrati d’Italia. Vogliamo venire a dare forza alle sorelle, tante, e ai fratelli, tanti, che lì combattono e sono quotidianamente oggetto di repressione, se parlano, manifestano, fanno volantinaggio, gestiscono un sito internet, vivono.

Diteci se ci volete. Noi siamo pronte a partire. Chi è pront@ a partire con noi segua lo spezzone/striscione delle donne, femministe e lesbiche antisessiste, antirazziste, antifasciste.

Chi ha voglia di discutere della proposta di manifestazione può iscriversi alla mailing list, seguire questo blog o il blog che può essere prevalentemente dedicato alla manifestazione, a partire dalla campagna “Un lenzuolo contro la violenza sulle donne” che alcune sorelle diffondono anche su una pagina facebook.

Sud chiama Nord. Ci siete?

Prepariamo i sacchi a pelo?

Per il freddo polare, basteranno cappotto, guanti e sciarpa o ci vestiamo a strati?

se questa è una donna- il corpo femminile nei messaggi pubblicitari

A vedere queste immagini una di seguito all’altra ti assale davvero un senso di nausea.

E’ davvero l’ora di dire basta.

E’ ora di esigere rispetto.

“IL FEMMINICIDIO NON È SOLO LA VIOLENZA FISICA CONTRO LE DONNE CHE ARRIVA FINO ALLO STUPRO O ALL’OMICIDIO, MA È TUTTO QUELLO CHE LA SVILISCE E LA OFFENDE, CHE LA SMINUISCE COME PERSONA, CHE ATTENTA ALLA SUA INTEGRITÀ PSICO-FISICA E ALLA SUA LIBERTÀ. IL FEMMINICIDIO È PERPETRATO DA STATO, PATRIARCATO, RELIGIONE.”

grazie ha chi l’ha costruito e condiviso.

firenze 25 settembre – giornata no cie

SABATO 25 SETTEMBRE_GIORNATA NO CIE IN PIAZZA SANTO SPIRITO A FIRENZE

Sabato 25 settembre 2010, dalle ore 17 fino a notte, in Piazza Santo

Spirito a Firenze, giornata contro i CIE in Toscana e ovunque!

Contro i CIE, in solidarietà con i migranti detenuti e ribelli, un

pomeriggio e una serata di musica, testimonianze, incontri.

Con la partecipazione degli Assalti Frontali e di molti altri gruppi musicali.

Dalle 17.00: TEATRO * INTERVENTI * TESTIMONIANZE * DISTRIBUZIONE di

MATERIALE INFORMATIVO * CIBO E BERE

Concerti/teatro:

DANK (hip hop da Parma)

MUSICAL RIBELLE (musical NoCie con Militant A e Lady AttriceContro)

ASSALTI FRONTALI + il NANO

In caso di pioggia la manifestazione si svogerà al CPA FI-SUD (Via di

Villamagna 27 – Firenze)

1 ottobre a Portici per Teresa

Venerdì 1 Ottobre ore 18

Una fiaccola, più una, più una …..

per Teresa

Piazza S. Ciro – Portici (Napoli) – Italia

Saremo tutte in piazza, a Portici con le donne di Portici, con tutte le donne che hanno paura, con tutte quelle che hanno coraggio,

Per lei che ha vinto la paura, per avere il coraggio di andare verso la libertà di sua figlia e delle figlie di tutte, vogliamo scandire le parole che avrebbe detto, se le armi omertose “della famiglia” non l’avessero zittita. Teresa voleva vivere, parlare e compiere i gesti necessari a tutte.

Teresa non cercava la morte, cercava la vita come deve essere vissuta, e ha chiesto allo Stato di vincere con lei sull’arroganza efferata che spezza le vite di bambine, bambini e donne.

Ancora una volta è stato troppo tardi, un altro motivo per dire basta con tutta la forza che abbiamo e per dire che non basta deplorare. Un altro motivo per chiedere che tutti, ma prima di tutti lo Stato, scelgano da che parte stare.

Gli assassini hanno colpito per affermare il diritto a disporre dei corpi e delle coscienze, per stabilire chi comanda. Il grido delle donne, la loro capacità di opporsi al controllo mafioso sulle loro vite sono un patrimonio di civiltà che non può e non deve essere più essere dissipato e calpestato. All’orrore non si risponde con le lacrime. Il coraggio delle donne, il coraggio di Teresa, rivendica il riscatto della politica dalle complicità con chi usa donne e bambini come oggetti.

Ci vogliono atti concreti, ci vuole una legge organica contro le violenze, ci vuole la salvaguardia delle vittime, perché sono le testimoni, il bene più prezioso per costruire la giustizia. Ci vuole coraggio e i politici devono finalmente averne, quello delle donne troppo spesso finisce nel sangue.

Invitiamo tutte ad essere con noi, con una fiaccola per la libertà dal silenzio che avvolge un crimine antico e organizzato, che deve e può essere sconfitto: di fronte al dolore di sua figlia e di ognuna, mobilitarsi perchè Teresa sia l’ultima è un dovere non un’utopia.

BASTA MORIRE PER ESSERE LIBERE

BASTA MORIRE DA DONNE PER LIBERARE TUTTI DALL’ORRORE

Udi di Napoli, Udi Di Portici, La Camera delle donne, Associazione Maddalena, Arcidonna, Donne Medico