ustissosangu

film-documentario racconta il dramma dei migranti che arrivano in Sicilia, attraverso le loro parole, i loro sguardi, le loro storie.

Dallo sbarco ai centri di accoglienza e identificazione, fino all’incertezza, alla paura e all’umiliazione, l’odissea moderna parte dalla disperazione e dai sogni di uomini e donne, per scontrarsi con la burocrazia e, ancor più grave, con la cultura di un mondo che spesso pare dimenticare che abbiamo tutti “U stisso sangu”.

La pellicola verrà presentata a firenze il 18 febbraio alle ore 15 presso il polo universitario di Novoli e alle ore 21 presso il circolo Fratelli Rosselli. Per info cliccate qui

un’eccezione per le belle ragazze!

al peggio non c’è mai fine . . . l’ultima battuta di berlusconi sugli sbarchi tocca veramente il fondo e manca di rispetto a tutti coloro che in questi interminabili viaggi sono morti, a tutti coloro che scappano da situazioni che noi nemmeno ci immaginiamo e a noi donne.  si ritorna al solito paradigma occidentale: se sei figa puoi fare ed ottenere tutto! LIBERTA’ DI CIRCOLAZIONE E DI MOVIMENTO PER TUTTI E TUTTE!!!

la notte dei rom davanti al Comune

ecco come i bravi sindaci di sinistra risolvono problemi alloggiativi delle persone . . . non hanno nemmeno il coraggio di farsi vedere e di parlare . . . vergogna!

mentre 150 persone sono da giorni all’addiaccio, i “grandi” si occupano di politichese, facendo rimbalzare la responsabilità da un’autorità all’altra . . . ce li farei dormire loro in mezzo alla strada!

la guardia è stanca – raccolta di poesie

COME SONO FATTI I PRESAGI? Come strane cartoline dipinte con i piedi e con la bocca da artisti dozzinali e mutilati? In questa terza raccolta di versi, Geraldina Colotti prosegue il suo originale percorso, confrontandosi ancora con l’universo accidentato della vita, dell’impegno e del disincanto. Dire poesia civile è riduttivo. Siamo all’incrocio fra i territori dell’io e quelli della storia. Siamo nel punto in cui la drasticità della scelta si ribalta nel grottesco della burla, e nell’amaro della solitudine. È una sorta di doppio gioco, evocato nell’esclamazione che dà titolo al libro. Stanco è il marinaio che, irridendo i notabili borghesi, chiude il parlamento russo decretando il sopravvento del potere bolscevico. Stanco è il militante del Novecento, perplesso e spaesato di fronte a un tempo cinicamente dimentico di classi, lotta e disciplina. In queste pagine, Geraldina Colotti conferma la sua ripugnanza per ogni genere di arroganza o vittimismo. I momenti più intensi, ancora una volta, sono quelli dedicati agli anni Settanta, alla lotta armata e al carcere. Ma l’Italia allucinata di oggi emerge con forza in brevi lampi di invettiva e di ironia. È uno spazio, quello del reale sfigurato, a cui l’io non può sottrarsi anche dettando i suoi verbali più intimi. A conti fatti, graffia la parola che mette in gioco se stessa nell’inventario sterminato del mondo.

GERALDINA COLOTTI, nata a Ventimiglia, ha scontato una condanna a ventisette anni di carcere per la sua militanza nelle Brigate Rosse. Giornalista del quotidiano “il manifesto”, cura l’edizione italiana di “Le Monde diplomatique”. Ha scritto racconti, poesie, romanzi per ragazzi, testi comici. Fra i suoi libri, Versi cancellati (1996), Sparge rosas (2000), Certificato di esistenza in vita (2005); Il segreto (2003) e, con Vauro, Scuolabus (2002).

MARTEDI’ 23 FEBBRAIO ORE 21.30, al Centro Sociale Autogestito Vittoria – via Muratori 43, Milano:

Tanti popoli un’unica lotta,  incontro – presentazione di “La guardia è stanca” con Geraldina Colotti
link: http://www.csavittoria.org/iniziative/incontro-e-proiezione.html


Alcune poesie tratte dal libro.

Barricate

Mentre tornavamo da Berlino, alla prima,

molti uomini fumavano cubani

le donne esibivano diademi

e sigarette egiziane

Se vuotassimo le tasche

a questi parassiti –

disse Hans

davanti al teatro di Brandeburgo –

avremmo pane e latte gratis

per gli asili della Turingia

E l’orchestrale smise di cantare

le maschere di accompagnare

Se vuotassimo le tasche

a questi parassiti…

gridò Hans

sfidando il tiro

delle mitragliatrici

Mentre noi affilavamo i denti

sulle barricate

il vero ballo non era ancora iniziato

Se vuotassimo le tasche

a questi parassiti…

disse Ulrike

davanti al teatrino del parlamento

avremmo il pane e le rose

e il nostro tempo

E l’orchestrale smise di cantare

le maschere di accompagnare

Se vuotassimo le tasche

a questi parassiti…

gridò Ulrike

sfidando il tiro

delle mitragliatrici

E l’orchestrale smise di cantare

le maschere di accompagnare

Mentre Alice

sparava agli orologi

le nostre unghie erano ali rovesciate

Saliva la tempesta in controcanto

(La cuoca rossa. Storia di una cellula spartachista al Bauhaus di

Weimar. Omaggio)

Donna di bruma

Donna di bruma

torrente verderame

tra i passi di Parigi

conta i sassi

mormora di lotte partigiane

Mordersi a sangue per sputare poi

il veleno

Ulivi

L’altra città sospesa sul diluvio

è selva nell’asfalto

è Palestina

piange terra dagli occhi

asciutti

come ulivi d’agosto