novat 2010

Vi invito caldamente a partecipare il 13  febbraio a Roma alla manifestazione nazionale NOVAT che il coordinamento Facciamo Breccia organizza per il quinto anno consecutivo.

Noi, io e la Lilli,  l’anno scorso siamo andate e ci è piaciuta. Non c’erano folle oceaniche, ma determinazione e concetti semplici e chiari.

Di questi tempi in cui integralismo cattolico e delirio identitario razzista e fascista sia alleano come sempre in questo paese per espellere e criminalizzare tutto ciò che è diverso da sè, chiunque tenti di affermare libertà nella propria vita, di autorganizzarsi, di lottare autonomamente. Di questi tempi fatti di brodini tiepidi, di compromissioni e tentennamenti di un fronte che nemmeno si può più chiamare “riformista”, ci è parsa una boccata di aria pura.

Lucidissimo nell’analisi mi è sembrato l’instant book “In fondo l’Itaglia è tutta qua” prodotto da Facciamo Breccia nel 2009. come lucido e puntuale è il loro appello per la manifestazione NOVAT di quest’anno, che riporto qui di seguito:

“Il 13 Febbraio 2010 per il quinto anno scendiamo ancora in piazza contro il Vaticano per denunciarne l’invadenza nella politica italiana: è infatti uno degli attori che agiscono nelle complesse dinamiche di potere sottese a un sistema autoritario e repressivo. L’11 febbraio 1929 i Patti Lateranensi sancivano la saldatura tra Vaticano e regime fascista, oggi le destre agitano il crocefisso per legittimare un ordine morale in linea con l’integralismo delle gerarchie vaticane, lo strumentalizzano per costruire un’identità nazionale razzista e una declinazione della cittadinanza eterosessista e familista.

Da una parte le destre criminalizzano immigrate ed immigrati, istigano a una vera “caccia all’uomo”, li/le rappresentano come la concorrenza nell’accesso alle risorse pubbliche mentre nessuno affronta il problema di un welfare smantellato e comunque disegnato su un modello sociale che non c’è più. D’altra parte la chiesa cattolica legittima esclusivamente questo modello di società, basato sulla famiglia eterosessuale tradizionale, sulla divisione dei ruoli sessuali, dove un genere è subordinato all’altro e lesbiche, gay e trans non hanno alcun diritto di cittadinanza.

Su un altro fronte, destra moderata e sinistra riformista attuano il tentativo di procedere ad un’assimilazione selettiva dei soggetti minoritari sulla base della disponibilità espressa a offrirsi docilmente a legittimare discorsi razzisti, eterosessisti e repressivi. E’ prevista l’inclusione solo di quelle soggettività che non mettono in discussione il potere: c’è un piccolo posto anche per gay, lesbiche e trans e per altre figure della diversità, purché confermino l’ordine razzista, sessista e repressivo.

In questo quadro, nel movimento lgbtq, abbiamo assistito alla comparsa di “nuovi” soggetti che ne usano le parole d’ordine per produrre un ribaltamento della realtà: a protezione delle soggettività supposte deboli pongono i loro carnefici. Chi legittima questi “nuovi” soggetti, contribuisce a produrre un ulteriore spostamento a destra, a normalizzare la presenza delle destre radicali nel dibattito pubblico.

Fuori da queste lotte interne al potere, dobbiamo constatare la diffusa e asfissiante presenza di un’etica cattolica, un modello di politica che propone come uniche alternative di “rinnovamento” il moralismo e il giustizialismo. Sappiamo che se oggi il Vaticano appare meno interventista è solo perché non ne ha bisogno: già nel nostro paese possiede il monopolio dell’”etica” che abbraccia indistintamente governo e opposizione parlamentare che fanno a gara – come sempre – ad inginocchiarsi all’altare del giustizialismo e del buonismo ipocrita.

Respingiamo il tentativo di espropriare anche i movimenti di lesbiche, gay, trans e femministe, di categorie fondamentali quali l’antifascismo, altrimenti l’ambiguità politica finirebbe per rendere le nostre soggettività complici di quest’ordine morale e politico che concede una legittimazione vittimizzante e minoritaria in cambio dell’assuefazione alla repressione.

Contrastiamo questo potere che, dove non addomestica, reprime e, attraverso l’ordine morale vaticano, assume dispositivi di disciplinamento e controllo sociale che negano qualunque tipo di autodeterminazione: l’autodeterminazione sociale ed economica dei e delle migranti, l’autodeterminazione dei corpi e degli stili di vita di donne, gay, lesbiche e trans, ogni percorso di autorganizzazione, di dissenso e di conflitto.

Denunciamo che quando il processo di addomesticamento non si compie viene utilizzato il carcere, il CIE (centri di identificazione ed espulsione), la repressione, la paura, la noia, la solitudine, l’intimidazione e la criminalizzazione per neutralizzare gli elementi di dissenso non previsti e non gestibili: migranti, movimenti, studenti, lavoratori e lavoratrici, disoccupati/e.

Riaffermiamo che antirazzismo, antifascismo, antisessismo sono lotte, necessarie l’una all’altra, da condurre anche contro l’uso strumentale delle libertà di donne e lgbt per rafforzare e legittimare un modello razzista.

Portiamo in piazza i nostri percorsi di autodeterminazione nell’acutizzarsi della crisi economica e dello smantellamento dello stato sociale – in particolare della scuola e dell’università – che tanto spazio lascia alle imprese private e confessionali.

Riaffermiamo le diversità e le differenze sociali, sessuali, culturali, contro l’identità nazionale razzista e eterosessista che ci vogliono imporre e contro l’ordine morale vaticano.

Portiamo in piazza i nostri percorsi di liberazione per ribadire la nostra volontà di agire nello spazio pubblico per produrre trasformazione sociale e culturale.”

Affermava Carla Lonzi: “non dimentichiamo che è del fascismo questo slogan: famiglia e sicurezza”.

e per finire vi regalo qualche foto di famiglia (Vaticano e Nazismo):

20 luglio 1933:

il segretario di stato vaticano, futuro papa pio XII (da poco proposto per la santificazione) firma il concordato tra germania nazista e Santa Sede



Hitler e il nunzio apostolico Orsenigo


 

 

 

 

 

 

 

senza parole

tutto questo ci riguarda

Quante volte è capitato di chiedersi perché durante il nazismo e il fascismo la gente facesse finta di non vedere quanto avveniva nelle strade delle proprie città, i rastrellamenti, i soprusi, le violenze e di non sapere ciò che succedeva nei lager?

E allora perché oggi tante, troppe persone, fingono di non vedere quello che succede nelle strade, fingono di non capire gli effetti mortali che il cosiddetto “pacchetto sicurezza” ha sulla vita di migliaia di esseri umani, fingono di non sapere che nelle città in cui viviamo ci sono luoghi che, per come ci si viene rinchiusi/e e per alcune delle violenze che vi vengono esercitate, ricordano i lager nazifascisti.  Tra queste non mancano certo gli stupri e la violenza sulle donne

Questi luoghi si chiamano Cie Centri di identificazione ed espulsione, nuovo nome per i Cpt, Centri di permanenza temporanea, creati nel 1998 con la legge Turco-Napolitano e disseminati su tutto il territorio nazionale. Per esservi rinchiusi basta essere “stranieri” e non possedere un foglio di carta, che si chiama permesso di soggiorno.

Perchè tante, troppe persone fingono di non sapere cosa succede in seguito ai respingimenti in Libia di persone che, spinte dal bisogno, tentano di raggiungere il nostro paese? Respingimenti regolamentati dal protocollo di intesa tra Italia e Libia firmato con Gheddafi prima da Prodi e poi da Berlusconi e ratificato dal Parlamento a febbraio 2009 con il voto favorevole del Pd. Perchè si finge di non sapere che in Libia questi/e migranti saranno trattati come delle bestie, venduti, picchiati, sottoposti a carcerazione, violenze e torture (come ci ha raccontato il documentario “Come un uomo sulla terra”), abbandonati nel deserto a morire sotto il sole come dei cani? guardate qui , come tratta la Libia queste persone.

La « emergenza immigrazione», è stata costruita da lungo tempo a livello politico e mediatico. I migranti sono divenuti per l’opinione pubblica italiana le cause della crisi sociale e delle paure collettive. Questa situazione rientra in quella “tautologia della paura” che individua nello straniero il nemico da cui difendersi, da odiare, quello che minaccia l’ordine apparente delle nostre vite . Per questo usano anche il nostro corpo, il corpo delle donne, agitando campagne antistupro in funzione anti-immigrato, come se la violenza sulle donne fosse una questione di razza e di nazionalità, quando invece si tratta di una questione trasversale e sappiamo bene che la maggior parte delle violenze avviene per mano di mariti, amici, parenti, fidanzati italianissimi.

Con la crisi economica e il disastro sociale che si è scatenato anche in occidente; il razzismo democratico, la bagarre perpetua contro i clandestini, la xenofobia di stato, la mobilitazione locale delle ronde sono divenute la strategia per governare il conflitto che incombe, e cioè il fondamento di un regime autoritario e consensuale.

E allora succede quel che è successo a Rosarno (e anche lì qualcuno ha parlato di difesa delle “nostre donne”).  Quelli che hanno organizzato spedizioni punitive contro la rivolta sacrosanta di gente sottoposta ad uno sfruttamento bestiale, ammassata in edifici abbandonati e baracche fatiscenti e umiliata ogni giorno, ora dopo ora  (gente che, ma guarda un po’, ha avuto perfino l’ardire di ribellarsi a chi “gli da lavoro per beneficenza”!!)  sono gli stessi che da decenni stanno a capo chino davanti al potere criminale dell’intreccio mafie/imprenditoria/politica (il comune di Rosarno è commissariato per infiltrazione mafiosa). Quei poteri a cui ora fa più comodo far lavorare bulgari o romeni.

Il problema lo risolvono  Stato e  polizia,  espellendo dal paese duemila lavoratori neri. Lo fanno per il loro bene, per difenderli. Anche Eichmann, nazista “esperto di questioni ebraiche” affermava di organizzare l’emigrazione forzata degli ebrei per il loro bene, e lo diceva sinceramente convinto. La lettura de “La banalità del male” di Hannah Arendt ha molto a che fare con quello che sta succedendo!

Il Tempo delle Arance”  è stato realizzato da Insu Tv

e questo non accade solo a Rosarno,  non solo per  arance e mandarini, il sistema è lo stesso dappertutto, per l’uva, le olive, i pomodori…..per farvene un idea qui potete trovare un estratto di “Terra (e)strema”,  reportage sulla trasformazione del lavoro agricolo e lo sfruttamento del bracciantato migrante in Sicilia realizzato tra 2008 e 2009 da Enrico Montalbano, Angela Giardina e Ilaria Sposito.

i dannati della terra. 23 gennaio manifestazione a Firenze

sulla_nave

emigranti italiani

IERI: emigranti italiani in partenza per l’America

gommone

immigrati

OGGI: sbarchi di migranti sulle coste italiane

I DANNATI DELLA TERRA…

Gli episodi avvenuti a Rosarno rappresentano la peggiore espressione della cultura e del dominio razzista e schiavista nella nostra nazione. Lo sfruttamento bestiale di migliaia di corpi, la negazione del diritto minimo al salario e alla vita, la caccia alla preda, le espulsioni forzate. Lo Stato e le sue mafie che dispongono e detengono l’esercizio del controllo militare, politico e sociale del territorio.

Non è successo niente…

I padroni hanno ripreso il controllo della terra, le “ndrine” il comando politico-militare della zona, lo Stato nella sua espressione peggiore, quella dell’esercizio della violenza dei forti con i deboli…

E anche a Firenze, la vicenda di Rosarno si ripercuote nelle sue articolazioni coercitive, l’attacco violento alle occupazioni di stabili. Il quotidiano “LA REPUBBLICA”, nella sua pagina nazionale, segnale due possibili focolai di rivolta, il “Fosso Macinante”, struttura che ospita 150 richiedenti asilo somali, e la Comunità interetnica del Luzzi, un villaggio occupato a Pratolino, struttura che resta un boccone appettitoso per la speculazione.

Una valanga di volgarità indicibili contro il popolo delle occupazioni, la rituale richiesta di sgomberi immediati.

Un armamentario che conosciamo bene, che violenta e distrugge rapporti e relazioni sociali. Da alcuni giorni continue intrusioni della polizia negli stabili occupati, lo sgombero di due campi ROM all’Osmannoro, le dichiarazioni del candidato Rossi per l’apertura del CIE in Toscana, i pestaggi “mirati” contro migranti e gay nella notte di capodanno.

Una miscela esplosiva che si nutre del linguaggio dell’odio e della violenza sui pìù deboli, un clima insostenibile che chiama la FIRENZE DELLA SOLIDARIETA’, DELL’ANTIRAZZISMO, DEL MUTUO SOCCORSO ALLA DIFESA COLLETTIVA DEI PROPRI LUOGHI E DELLA LIBERA CIRCOLAZIONE.

CONTRO LA DIFFUSIONE DELL’ODIO RAZZIALE

PER LA TUTELA DI DIRITTI E BENI COMUNI

PER LA LIBERTA’ DI CIRCOLAZIONE

SABATO 23 GENNAIO

MANIFESTAZIONE CORTEO ORE

10 PIAZZA SAN MARCO

COSTRUIAMO LO SCIOPERO

GENERALE DEI MIGRANTI IL

1 MARZO

l’assemblea del movimento di lotta per la casa di Firenze

i migranti nella Spagna di Zapatero

cpt2

In Italia siamo  messi “un pò peggio”: ormai sono riusciti a convincere tante persone che i cattivi non sono i banchieri, gli affaristi senza scrupoli, i politici corrotti, i mafiosi e i loro tirapiedi, ma della povera gente che emigra dal proprio paese, i barboni, gli zingari, insomma quelli più poveri e disgraziati di noi. Siamo messi un pò peggio: fascisti e razzisti al governo, pacchetto sicurezza, ronde, classi differenziali e limite di bambini stranieri per classe, miriadi di provvedimenti discriminatori verso gli immigrati da parte di  sindaci sceriffi, violenze  nelle carceri, nei CIE, per le strade. Però a riprova del fatto che centrodestra e “centrosinistra” non fanno poi questa grande differenza e che i governi del mondo vanno nella stessa direzione guardatevi questi video sui centri di detenzione per gli immigrati nella Spagna di Zapatero (ricordandoci sempre che in Italia sono stati istituiti per la prima volta da un governo di centrosinistra- legge Turco Napolitano).  Non ci interessano le variazioni sullo stesso tema: il cambiamento non può essere che radicale.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=leMzgLgOR5g&feature=related[/youtube]

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=gPzbO4EMPyY&eurl=http%3A%2F%2Ffemminismo-a-sud.noblogs.org%2Fpost%2F2009%2F06%2F23%2Finvisibili&feature=player_embedded[/youtube]

1 marzo 2010 sciopero dei/delle migranti

poco  tempo fa mi dicevo che tanti italiani si troverebbero veramente nella cacca se anche solo le badanti straniere di questo paese, regolari o “clandestine” che siano, decidessero per un giorno di non lavorare. Per questo sono stata contenta di sapere che i/le migranti di questa merda di paese stanno iniziando ad organizzarsi da soli/e  e in autonomia, finalmente.

logo

Cosa succederebbe se i quattro milioni e mezzo di immigrati che vivono in Italia decidessero di incrociare le braccia per un giorno? E se a sostenere la loro azione ci fossero anche i milioni di italiani stanchi del razzismo?

Primo marzo 2010 si propone di organizzare una grande manifestazione per far capire all’opinione pubblica italiana quanto sia determinante l’apporto dei migranti alla tenuta e al funzionamento della nostra società.
Questo movimento nasce meticcio ed è orgoglioso di riunire al proprio interno italiani, stranieri, seconde generazioni, e chiunque condivida il rifiuto del razzismo e delle discriminazioni verso i più deboli. Si collega e si ispira La journée sans immigrés: 24h sans nou, il movimento che in Francia sta organizzando uno sciopero degli immigrati per il 1 marzo 2010.
Il colore di riferimento di Primo marzo 2010 è il giallo. Lo abbiamo scelto perché è considerato il colore del cambiamento e per la sua neutralità politica: il giallo non rimanda infatti ad alcuno schieramento in particolare.
Vi invitiamo, quindi, a usare già da oggi un braccialettino o un nastrino giallo come segno di riconoscimento.
La struttura di Primo Marzo 2010 prevede un Coordinamento nazionale, formato dalle fondatrici:
Stefania Ragusa, presidente e coordinamento comitati,
Daimarely Quintero, portavoce,
Nelly Diop, tesoriere,
Cristina Seynabou Sebastiani.
La struttura di Primo marzo 2010 prevede inoltre molteplici comitati loca

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