A Inzago si licenziano solo le donne

Stamani ho comprato il Manifesto : i lacrimogeni in Grecia, i lacrimogeni in Val di Susa, la lega che non vuole la nettezza di Napoli, la Camusso che firma i diktat di Marchionne, che alla fine l’America l’ha trovata anche in Italia. Possiamo ringraziare ancora una volta la coerenza della CGIL, che questa volta consegna i metalmeccanici- e tutti noi- alla fine del contratto nazionale e sancisce una “tregua” che tradotto significa divieto di sciopero.

Insomma delle gran belle notizie.

Ma tra tutte mi ha colpito un piccolo trafiletto: “Donne licenziate”.  E di questo voglio raccontare. Siamo ad Inzago (Milano). Una piccola azienda con 30 operai ed operaie, la MaVib,  che produce motori elettrici per impianti di condizionamento, licenzia 13 delle sue 18 dipendenti donne. La motivazione della scelta di licenziare solo donne è davvero sorprendente: ” Così”  spiegano “possono stare a casa a curare i bambini”, “e poi, comunque quello che portano a casa è il secondo stipendio”.

Le donne che piacciono a questi signori sono donne mai autonome, sempre dipendenti dagli uomini, dedite alla cura. Le donne non hanno diritto all’indipendenza economica, possono tranquillamente dipendere tutta la vita da qualcun’altro.   E poi che famiglie si immaginano questi imprenditori? Non tutte le donne hanno “bambini da curare”, magari vivono felicemente o meno da sole e vivono del proprio stipendio. Magari i figli se li campano da sole, perchè gli uomini spesso spariscono. Magari hanno una compagna donna, e allora di chi sarebbe il “secondo stipendio”? Magari hanno un marito casalingo, che i bambini li “cura” lui. Magari hanno avuto un marito violento e il loro stipendio ha significato la possibilità di dire basta.

Dice la Fiom in un comunicato”lo stato di famiglia delle lavoratrici è affare solo loro”.

Ma  il peggio deve ancora venire: allo sciopero indetto dal sindacato gli uomini non partecipano, al picchetto un solo operaio maschio.

E questa mi sembra davvero la cosa più allucinante di questa storia.

aggiornamenti dalla val di Susa

Leggete il post di femminoska sulla resistenza in val di Susa qui.

Notizie dalla Federazione Anarchica Torinese, oggi 27 giugno 2011:

Diffondiamo

h 05:09

La polizia si sta avvicinando al presidio della Maddalena. Hanno bloccato
l’autostrada e diversi automezzi delle forze dell’ordine si stanno
avvicinando al presidio ma devono ancora raggiungere le barricate.

h 06:27

Hanno tagliato il guard rail sull’autostrada e si stanno avvicinando alla
barricata lato giaglione. stanno scendendo a piedi i carabinieri.

Bloccata anche la statale. L’autostrada continua ad essere bloccata su
ambo i sensi di marcia.

Per chi è a torino ore 15.30 presidio davanti alla sede provinciale del PD
via San Francesco d’Assisi.

Nel frattempo si rinnova l’invito a venire qua in valle.

h 06:33

Una ruspa alla barricata dell’autostrada e diversi mezzi della polizia. I
compagni che non sono riusciti a scendere a Chiomonte in treno stanno
bloccando a singhiozzo la statale del Monginevro.

Per chi è a Torino ore 15.30 presidio davanti alla sede provinciale del PD
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Restiamo umani. Un grazie a Vittorio Arrigoni

RESTIAMO UMANI era il modo in cui Vittorio Arrigoni, 36 anni, concludeva i reportage che pubblicava sul suo guerrillaradioblog e i suoi articoli al Manifesto dalla striscia di Gaza durante l’operazione “Piombo Fuso”. A Gaza praticamente ha vissuto gli ultimi anni della sua vita, lì è rimasto durante i tremendi bombardamenti iniziati il 27 dicembre 2008, unico italiano tra i pochi stranieri rimasti nella Striscia, documentandone con caparbietà gli orrori, informandoci su tutto quello che accadeva.

“Avete presente Gaza? Ogni casa è arroccata sull’altra, ciascun edificio è posato sull’altro. Gaza è il posto al mondo a maggior densità abitativa. Per cui se bombardi da diecimila metri di altezza, è inevitabile che tu faccia una strage di civili. Ne sei cosciente e consapevole, non si tratta di un errore, di danni collaterali. Così, bombardando la caserma di polizia di Al Abbas, in pieno centro, è rimasta coinvolta nelle esplosioni anche la scuola elementare lì a fianco. Era la fine delle lezioni e i bambini erano già in strada, decine di grembiulini azzurri svolazzanti si sono macchiati di sangue”.

L’ultimo post nel suo blog è datato 13 aprile, ieri l’altro, e racconta della morte di 4 palestinesi in uno dei tunnel scavati sotto il confine di Rafah, tunnel da cui entrano a Gaza beni essenziali, che hanno permesso la sopravvivenza della popolazione durante questi 4 anni di criminale assedio israeliano. Anche qui conclude: “restiamo umani”.

Stamani la notizia della sua morte mi ha fatto male fisicamente. Ammazzato da un gruppetto di idioti bigotti. Non era un eroe (gli eroi lasciamoli ai potenti e alle loro parate militari), era una persona coerente, uno che si metteva in gioco con il proprio corpo, uno che ha testimoniato con la vita il proprio orrore per la guerra e la prepotenza, che non era equidistante ma che era schierato con le vittime e contro i carnefici. Era uno le cui azioni erano conseguenti al pensiero e al sentire. Una persona così non può che lasciare un grande vuoto e ci mancherà tremendamente.

l’urlo

IO CREDO CHE SIANO UNA MANICA DI PAZZI

Affamati di potere

Malati di paura

Paura che qualcosa sfugga al controllo

Paura dell’ignoto e del pensiero e del corpo altrui

Paura che si trasforma in violenza e aridità e rinuncia e potere e possesso.

A volte mi sento una piccola donna- o una grande donna- sentimentale e penso che basterebbe solo un po’ d’amore.

Ma poi so che è anche molto difficile l’amore.

Intanto viviamo in questa merda. Bisogna mettere da parte le ingenuità, non lasciarsi sviare ma andare diritti per la strada dei nostri desideri, individuare il nemico- perché esiste un nemico, quello esterno (i carnefici sono ben reali), e quello dentro di noi- e ogni volta scegliere- perché c’è una scelta da fare.

Scacciamo la paura- io la sento a volte.

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