femministe in resistenza, denunciano la repressione all’universita’ di tegugicalpa. honduras

Nel giugno del 2009 un golpe militare in Honduras, il primo di questo secolo, depone il presidente democraticamente eletto Zelaya, per insediare al suo posto Roberto Micheletti.

In tutto il paese ha inizio una fortissima resistenza che si protrae per mesi e che viene duramente repressa.  Ne fanno parte attivamente moltissime donne.

Il 29 novembre 2009 viene, con elezioni farsa, diviene Presidente il latifondista conservatore Porfirio Lobo. Elezione affrettatamente riconosciuta solo da Stati Uniti, Canada, Colombia, Perù, Costa Rica, Panama e pochi altri paesi e a tutt’oggi non ritenuta valida dagli altri stati latinoamericani e dal resto del mondo. L’Honduras torna indietro di almeno vent’anni. Squadroni della morte che colpiscono gli oppositori del governo di Tegucigalpa, latifondisti in guerra con le fasce più povere dei contadini, azzeramento della libertà di espressione e di informazione.

Ma a più di un anno dal golpe le forze democratiche di resistenza popolare riunite nel FNRP – Frente Nacional de Resistencia Popular dimostrano di essere ancora vitali. L’opposizione continua in tante forme diverse, e così la repressione.

da memoriafemminista una denuncia delle Femministe in resistenza:

Violenza e repressione nello sgombero all’Università nazionale autonoma.

Alla comunità nazionale e internazionale, le Femministe in Resistenza denunciano:

1- che oggi 3 di agosto 2010  il regime capeggiato di fatto da Porfirio Lobo Sosa, con l’avvallo di Julieta Castellanos, attuale rettore della Università Nazionale Autonoma dell’Honduras e il suo Consiglio, costituito tra gli altri da Olvan valladares e Cristiana Nufio, ha violentato l’autonomia universitaria, militarizzando il campus di Tegucicalpa durante il violento sgombero dei compagni del sindacato di questa istituzione, che insieme a studenti universitari portavano avanti uno sciopero della fame da 85 giorni.

2- che questa azione costituisce una grave violazione dei diritti umani dei sindacalisti, degli studenti e dei docenti, che sono stati repressi selvaggiamente.

3- che la polizia e i militari, con l’autorizzazione della Rettrice e del suo Consiglio, hanno invaso gli edifici universitari, scatenando la persecuzione di scioperanti, studenti e docenti, accompagnata da spari, gas lacrimogeni e violenza fisica, scatenando una guerra campale negli edifici e nei dintorni della Università Nazionale Autonoma dell’Honduras.

4- che in questo momento ci sono feriti vittime della repressione, una studentessa desaparecida, decine di intossicazioni da gas, mentre i corpi repressivi dello Stato hanno in loro potere studenti e sindacalisti.

Esigiamo che si garantisca la integrità fisica degli scioperanti, degli studenti e dei docenti che ancora si trovano all’interno della UNAH.

Esigiamo il rispetto della vita, sicurezza personale e il diritto di sciopero.

Esigiamo il rispetto della autonomia universitaria.

Esigiamo la cessazione immediata dell’ondata repressiva del regime contro il popolo honduregno.

Chiediamo alle organizzazioni solidali a livello nazionale e internazionale la immediata denuncia e condanna di queste nuove azioni repressive del regime.

NE’ COLPI DI STATO NE’ COLPI ALLE DONNE

Femministe in resistenza

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