COME SONO FATTI I PRESAGI? Come strane cartoline dipinte con i piedi e con la bocca da artisti dozzinali e mutilati? In questa terza raccolta di versi, Geraldina Colotti prosegue il suo originale percorso, confrontandosi ancora con l’universo accidentato della vita, dell’impegno e del disincanto. Dire poesia civile è riduttivo. Siamo all’incrocio fra i territori dell’io e quelli della storia. Siamo nel punto in cui la drasticità della scelta si ribalta nel grottesco della burla, e nell’amaro della solitudine. È una sorta di doppio gioco, evocato nell’esclamazione che dà titolo al libro. Stanco è il marinaio che, irridendo i notabili borghesi, chiude il parlamento russo decretando il sopravvento del potere bolscevico. Stanco è il militante del Novecento, perplesso e spaesato di fronte a un tempo cinicamente dimentico di classi, lotta e disciplina. In queste pagine, Geraldina Colotti conferma la sua ripugnanza per ogni genere di arroganza o vittimismo. I momenti più intensi, ancora una volta, sono quelli dedicati agli anni Settanta, alla lotta armata e al carcere. Ma l’Italia allucinata di oggi emerge con forza in brevi lampi di invettiva e di ironia. È uno spazio, quello del reale sfigurato, a cui l’io non può sottrarsi anche dettando i suoi verbali più intimi. A conti fatti, graffia la parola che mette in gioco se stessa nell’inventario sterminato del mondo.
GERALDINA COLOTTI, nata a Ventimiglia, ha scontato una condanna a ventisette anni di carcere per la sua militanza nelle Brigate Rosse. Giornalista del quotidiano “il manifesto”, cura l’edizione italiana di “Le Monde diplomatique”. Ha scritto racconti, poesie, romanzi per ragazzi, testi comici. Fra i suoi libri, Versi cancellati (1996), Sparge rosas (2000), Certificato di esistenza in vita (2005); Il segreto (2003) e, con Vauro, Scuolabus (2002).
MARTEDI’ 23 FEBBRAIO ORE 21.30, al Centro Sociale Autogestito Vittoria – via Muratori 43, Milano:
Tanti popoli un’unica lotta, incontro – presentazione di “La guardia è stanca” con Geraldina Colotti
link: http://www.csavittoria.org/iniziative/incontro-e-proiezione.html
Alcune poesie tratte dal libro.
Barricate
Mentre tornavamo da Berlino, alla prima,
molti uomini fumavano cubani
le donne esibivano diademi
e sigarette egiziane
Se vuotassimo le tasche
a questi parassiti –
disse Hans
davanti al teatro di Brandeburgo –
avremmo pane e latte gratis
per gli asili della Turingia
E l’orchestrale smise di cantare
le maschere di accompagnare
Se vuotassimo le tasche
a questi parassiti…
gridò Hans
sfidando il tiro
delle mitragliatrici
Mentre noi affilavamo i denti
sulle barricate
il vero ballo non era ancora iniziato
Se vuotassimo le tasche
a questi parassiti…
disse Ulrike
davanti al teatrino del parlamento
avremmo il pane e le rose
e il nostro tempo
E l’orchestrale smise di cantare
le maschere di accompagnare
Se vuotassimo le tasche
a questi parassiti…
gridò Ulrike
sfidando il tiro
delle mitragliatrici
E l’orchestrale smise di cantare
le maschere di accompagnare
Mentre Alice
sparava agli orologi
le nostre unghie erano ali rovesciate
Saliva la tempesta in controcanto
(La cuoca rossa. Storia di una cellula spartachista al Bauhaus di
Weimar. Omaggio)
Donna di bruma
Donna di bruma
torrente verderame
tra i passi di Parigi
conta i sassi
mormora di lotte partigiane
Mordersi a sangue per sputare poi
il veleno
Ulivi
L’altra città sospesa sul diluvio
è selva nell’asfalto
è Palestina
piange terra dagli occhi
asciutti
come ulivi d’agosto